Governo australiano: "Stop alle cure mediche per i richiedenti asilo"

L’iniziativa del premier australiano ha subito indignato gli attivisti pro-migranti, che lo hanno accusato di “crimini contro l’umanità”

Governo australiano: "Stop alle cure mediche per i richiedenti asilo"

Il governo australiano ha deciso ultimamente di mettere fine alle cure mediche a vantaggio dei richiedenti asilo trattenuti nei centri nazionali di detenzione per clandestini.

L’esecutivo di Canberra, guidato dal primo ministro conservatore Scott Morrison, ha infatti avviato l’iter parlamentare per l’abrogazione del Medevac Bill, legge approvata lo scorso marzo grazie al voto di uno schieramento trasversale di deputati. Tale provvedimento, che ha finora autorizzato l’invio di personale medico australiano nelle strutture detentive situate sull’isola di Nauru e in Papua Nuova Guinea, era appunto entrato in vigore in virtù di un’“alleanza temporanea” tra esponenti di centrodestra “dissidenti” e quelli dei partiti di sinistra.

Tuttavia, Morrison, all’indomani della sua netta vittoria alle elezioni federali dello scorso maggio, aveva promesso la cancellazione del Medevac Bill e il recente avvio dell’iter di abrogazione, di conseguenza, non sarebbe nient’altro che l’attuazione del proposito del premier.

Alla base dell’avversione dell’esecutivo conservatore nei riguardi della normativa incriminata vi sarebbe il fatto che questa, ad avviso del ministro dell’Interno Peter Dutton, costituirebbe un “irresistibile stimolo a emigrare illegalmente in Australia”. Egli, nell’esporre ai media locali i “pericoli” per la sicurezza nazionale derivanti dalla legge in questione, ha sostenuto che assicurare assistenza sanitaria gratuita ai clandestini equivarrebbe ad “accordare un premio” a coloro che violano deliberatamente le regole federali sull’ingresso di stranieri nel Paese.

Dutton ha quindi chiarito che se le autorità di Canberra continuassero a garantire cure mediche ai migranti irregolari incoraggerebbero “ondate di richiedenti asilo” a puntare verso le coste nazionali, condannando così i cittadini australiani a essere “sommersi” dall’immigrazione selvaggia.

Una volta ultimata l’abrogazione del Medevac Bill, medici e infermieri del Paese del Commonwealth saranno diffidati dal recarsi sull’isola di Nauru e su quella di Manus, appartenente alla Papua Nuova Guinea, per prestare assistenza agli 844 ospiti delle strutture di detenzione per clandestini lì ubicate. La revoca delle disposizioni finora vigenti determinerà, inoltre, l’interruzione di ogni finanziamento di Canberra all’ospedale di Manus, che resterà così interamente a carico del governo di Port Moresby.

Lo stop all’assistenza sanitaria australiana a beneficio dei richiedenti asilo detenuti sui due atolli ha immediatamente indignato gli attivisti pro-migranti. Ad esempio, Behrouz Boochani, giornalista e scrittore curdo-iraniano con alle spalle quattro anni trascorsi proprio a Manus in una struttura per clandestini, ha definito la scelta del premier Morrison un “crimine contro l’umanità”. Costui, contattato dall’emittente qatariana Al Jazeera, ha poi tuonato: “Se l’esecutivo metterà davvero fine a ogni cura medica per i richiedenti asilo trattenuti a Nauru e in Papua Nuova Guinea, allora tantissime persone moriranno. Sempre più ospiti di quei centri di detenzione stanno infatti sprofondando nella disperazione, piegati dalla brutalità dei guardiani delle strutture e dalla carenza di cibo e acqua. Se verrà meno anche l’assistenza medica, costoro non avranno altra scelta che suicidarsi”.

Sempre secondo il giornalista, vincitore di diversi premi letterari grazie alla sua autobiografia No friends but the Mountains: Writing from Manus Prison, negli ultimi mesi già 24 persone trattenute sui due atolli avrebbero tentato di togliersi la vita e ciò mostrerebbe come, all’interno di qui centri per richiedenti asilo, la situazione sia ormai “sul punto di esplodere”.

A detta degli analisti politici australiani, l’iter di abrogazione del Medevac Bill, nonostante la determinazione del governo, rischia di essere estremamente lento e travagliato, in quanto la coalizione liberal-conservatrice a sostegno del premier Morrison potrebbe “perdere molti pezzi” in occasione del

voto parlamentare sulla revoca della normativa pro-migranti. La probabilità di defezioni ai danni della compagine di governo, sottolineano i media locali, sarebbe appunto “estremamente elevata”.

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