"Guerra anche nel 2023": cosa dice il documento della Nato

La guerra in Ucraina non è destinata a finire né a breve e nemmeno a medio termine. Il documento della Nato circolato ieri a Bruxelles parla chiaro: ecco le due ipotesi e le nuove forniture occidentali

"Guerra anche nel 2023": cosa dice il documento della Nato

"La Nato è pronta a fornire valido supporto all'Ucraina nel lungo termine". L'affermazione del segretario generale, Jens Stoltenberg, non lascia adito a fraintendimenti. È quel "lungo termine" che suona come una certezza: la guerra in Ucraina non finirà né in estate né a breve. Anzi, non prima del 2023 secondo un documento circolato in questi giorni a Bruxelles. "Siamo preparati per il lungo termine" aggiunto dal segretario suona come una pietra miliare: mettiamoci l'anima in pace perché "l'operazione speciale" è lungi dall'essere risolta.

La visione "ottimistica"

Tra stupore e sconcerto, il report passato tra le mani dei vertici dell'Alleanza Atlantica in verità proporebbe anche uno scenario migliore, di una risoluzione in tempi relativamente brevi con il "cessate il fuoco" nel mese di agosto. Gli addetti ai lavori, però, l'hanno giudicata una visione troppo positiva: al momento non esistono le condizioni affinché si possa realizzare questa ipotesi, la guerra procede lentamente ed è ormai diventata una guerra di trincea.

Lo scenario negativo

La seconda ipotesi, quella pessimistica, postpone la fine del conflitto al prossimo anno. Tutto dipende da come procederà l'assalto russo in Donbass che, al momento, avanza ogni giorno ma molto lentamente. Più che un assalto sembra una "passeggiata": il braccio di ferro è attualmente a favore di Mosca ma gli aiuti occidentali a Kiev, la stanchezza dei soldati russi e variabili imprevedibili potrebbero far tornare lo scontro in un sostanziale equlibrio che potrebbe protarsi per tutto il prossimo autunno e inverno. In ogni caso, scenari di una risoluzione a breve termine non se ne vedono. Come accennato, questo documento basa le ipotesi sulle osservazioni quotidiane: quando i soldati russi percorrono un chilometro in più, il giorno successivo rimangono praticamente fermi per recuperare le energie. In questo modo è logico non potersi aspettare novità a breve termine.

"Aiuti senza precedenti"

Come abbiamo visto su InsideOver, in realtà, anche senza il documento Nato il sentore che sarebbe stata lunga l'abbiamo percepito quando la Nato ha offerto il suo incondizionato sostegno a Kiev definito "senza precedenti". In questo discorso ci possono essere almeno due chiavi di lettura: la prima e più scontata è legata alla fornitura di armi fondamentali per l'esercito di Zelensky se vuole avere una chance di vittoria. Ma gli "aiuti senza precedenti" possono essere letti anche sotto l'ottica della guerra lunga, di logoramento, di una situazione molto difficile da sbloccare perché i russi avanzano sì ma non in modo convincente; l'Ucraina è stanca, perde uomini ma non molla (un esempio su tutti l'acciaieria Azovstal). Sommando i fattori il prodotto non cambia: conflitto di lungo termine a meno che non intervenga la diplomazia a cambiare le carte in tavola.

Cosa fa l'Italia

Il nostro Paese sta facendo la sua parte attiva nel conflitto come ha sottolineato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. "Abbiamo accresciuto il nostro contributo operativo, come stiamo già dimostrando partecipando alle misure di rafforzamento della presenza sul Fianco Est". A livello militare, l'Italia sta inviando alcuni cannoni mentre, come ricorda Repubblica, Kiev sta per ricevere anche 200 tank polacchi e centiniana di cingolati da Amsterdam e Washington. "Lavoriamo notte e giorno per poter consegnare gli aiuti bellici all'Ucraina il più velocemente possibile - ha sottolineato Stoltenberg - ed è una sfida logistica". Accolto con favore anche il messaggio di Biden che vuole aumentare gli aiuti a Zelensky.

In questo senso sarà decisivo il prossimo meeting di Madrid considerato un "momento cruciale per la nostra sicurezza. Prenderemo importanti decisioni su come aumentare la nostra deterrenza e difesa, in un mondo sempre più pericoloso", ha concluso il segretario Nato.

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