Sono parole durissime, quelle pubblicate dal più popolare dei tabloid inglesi, il Sun. Parole che colpiscono come un pugno, quando definiscono i migranti come "scarafaggi", "virus", "bestie". La firma è quella di Katie Hopkins, popolare presentatrice che ha voluto affrontare così il tema dell'emergenza immigrazione in un editoriale che sarà stato letto da milioni di persone in tutto il mondo.
"No, non me ne frega niente. Mostratemi le foto delle bare, i corpi che galleggiano in mare, suonate i violini e fate vedere gente denutrita con la faccia triste - scrive la Hopkins - Ancora non me fregherebbe nulla. Perché nel minuto successivo vedrei foto di giovani uomini aggressivi che si diffondono come un virus sulle navi di Calais, mentre provano a salire sui camion inglesi per entrare illegalmente nel Regno Unito. Provo pietà? Solo per gli autotrasportatori, che si beccano una multa ogni volta che la piaga di questi esseri umani bestiali finisce nel loro camion".
"Non vi fate illusioni: gli immigrati sono come scarafaggi. Potrebbero sembrare un po' 'Bob Geldof in Etiopia, circa 1984', ma sono fatti per sopravvivere a una bomba nucleare. Sono dei sopravvissuti. (...) Dobbiamo fare come gli australiani: tiriamo fuori le navi militari, puntiamo i cannoni, li facciamo tornare a riva e poi bruciamo i barconi."
Le parole della Hopkins hanno scatenato una vivace polemica politica, con un coro di critiche contro l'improvvida uscita della presentatrice e petizioni online che hanno già raccolto migliaia di firme per chiedere le dimissioni dell'editorialista. Le reazioni di biasimo sono state numerose e univoche, da parte della sinistra come dei conservatori, ma nel coro di condanne c'è anche chi non punta il dito (solo) contro la Hopkins.
In un editoriale di ieri mattina, The Guardian ricorda una verità scomoda: le parole pubblicate sul Sun, per quanto clamorose, sono solo la punta dell'iceberg di un problema più grande che coinvolge tutta l'opinione pubblica e la società inglese. Ad ammazzare i migranti nel Mediterraneo, riflette nel suo editoriale il columnist Mark Rice-Oxley, "è la nostra antipatia nei loro confronti". O meglio la scarsa empatia nei confronti di chi rischia la vita sui barconi.
Il quotidiano di riferimento dei liberal insinua come persino i propri lettori approccino malvolentieri l'argomento, percepito come "sgradevole", quando non proprio di scarso interesse.
Ma la "ramanzina" del Guardian non finisce qui, né d'altronde potrebbe biasimare i lettori: all'origine del problema sta l'atteggiamento della classe politica inglese, per cui l'argomento dei migranti nel complesso si sta rivelando "tossico.""Gli unici a guadagnare sono quelli che promettono di cacciarli via dai rispettivi paesi - scrive il foglio londinese - e chi vuole aiutare i disperati che scappano dal Nordafrica può solo perdere consensi."
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