I russi cambiano nome a Mariupol

Inizia la "de-ucrainizzazione" voluta da Putin nei territori occupati dai russi: ecco come si chiamerà Mariupol, cosa accade a Kherson e l'assurda vicenda di Melitopol

I russi cambiano nome a Mariupol

Mariupol, la città ucraina dove si trova l'acciaieria di Azovstal, è ormai completamente in mano ai russi. Mentre la procura generale di Kiev ha affermato che altri 24 bambini, oltre a quelli contati finora, sono morti nei bombardamenti dell'esercito di Putin in questa città soltanto nel mese di maggio, Putin accelera le operazioni per "russizzare" i territori conquistati. E quale inizio migliore per cambiare nome al centro abitato?

Perché si chiamerà Zdanov

Da Mariupol a Zdanov il passo è breve: gli occupanti hanno già provveduto a eliminare i cartelli con il vecchio nome nei punti di ingresso della città rimodulandolo con questo nome. Ma cosa significa? Andrei Aleksandrovich Zdanov fu un politico e ideologo culturale sovietico. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Zdanov era stato designato quale successore di Joseph Stalin ma morì prima di lui. Descritto come il "propagandista in capo" dell'Unione Sovietica dal 1945 al 1948, nacque proprio a Mariupol per poi morire a Mosca. Come ricorda Repubblica, dal 1948 al 1989 Mariupol prese il suo cognome. Adesso, quindi, si tornerà indietro nel tempo.

Cosa succede a Kherson

Per quanto gli ucraini stiano cercando di resistere a Kherson, anche lì la situazione è compromessa tant'é che lo stesso "Comando Sud" ha affermato che presto anche quest'area batterà bandiera russa. "Al posto degli amministratori locali, arrestati, i russi hanno nominato esponenti per procura, come nel 2014 a Donetsk e Lugansk", hanno affermato gli americani. "Il sindaco di Kherson è stato sostituito con un filorusso pregiudicato".

Addio alla Storia ucraina

Al peggio non c'è mai fine: come abbiamo visto sul Giornale.it, quello di cambiare nomi e amministratori locali non è che la punta dell'iceberg di quanto hanno iniziato a fare i russi già alcune settimane fa nelle scuole. Nella città di Melitopol, Putin ha deciso di eliminare dall'insegnamento dei giovanissimi la Storia e la Letteratura della loro nazione. "Non vogliono che i nostri ragazzi conoscano come è nata l'Ucraina e chi sono i poeti che ci hanno donato la lingua", ha denunciato a Repubblica Angelina Kovalenko, preside dell'Istituto superiore numero 4. "Il motivo è chiaro: più sono ignoranti più sarà facile controllarli", ha aggiunto.

Adesso, nei territori formalmente in mano a Mosca, non sarà più concesso il nazionalismo, ossia quegli aspetti che mettono in luce il concetto di patria. L'esercito russo ha ricevuto ordini precisi: bruciare i libri così da non lasciare tracce. Putin vuole insegnare l'educazione non in base al passato della nazionale ma soltanto con la legge del più forte.

La Kovalenko adesso non lavora più, non le è stato concesso: al posto suo c'è una donna più "malleabile" e "collaborazionista" che farà come i robot, obbidire agli ordini e insegnare ai ragazzi una storia falsa, diversa, da quella del Paese in cui sono nati.

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