Incontro con Li Junhua, ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia

Abbiamo vissuto 50 anni di cambiamenti, ma le relazioni bilaterali sono mature e illustrano bene che cosa significhi fra Oriente e Occidente. Incontro con Li Junhua, ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia

Incontro con Li Junhua, ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia

Abbiamo vissuto 50 anni di cambiamenti, ma le relazioni bilaterali sono mature e illustrano bene che cosa significhi fra Oriente e Occidente “trovare gli interessi comuni nelle differenze e coesistere in armonia”. Incontro con Li Junhua, ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia.

Signor ambasciatore, ad un anno e più dall’assunzione dell’incarico in Italia, è riuscito a maturare un giudizio sul Paese?

LI JUNHUA: L’Italia ti lascia un’impressione profonda, e così è successo anche a me, sebbene lavori qui da non molto tempo. Ci vorrebbe un volume intero per descrivere queste sensazioni. La prima evidenza, ai miei occhi, è che l’Italia ha una lunga, splendida storia. E’ la culla che dette vita all’antica civilta’ romana, gloriosa, e al Rinascimento, immortale. Ha lasciato all’umanità patrimoni ingenti di filosofia, letteratura, scienza, diritto, arte, architettura e bisognerebbe continuare l’elenco. La seconda evidenza è che l’economia italiana si distingue. Il Bel Paese ha più di 300.000 chilometri quadrati di territorio, non è immenso ma la sua economia è all’ottavo posto nel mondo e al terzo in Europa. E’ il regno delle piccole e medie imprese e vanta straordinari primati nei settori automobilistico, aerospaziale, farmaceutico, chimico, dell’abbigliamento, dell’arredamento e della moda. Terza considerazione, la cultura italiana è affascinante ed unica. L’Italia ha 55 siti approvati dall’UNESCO e inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, classificandosi al primo posto a pari merito con la Cina. E i grandi maestri come Dante, Boccaccio, Michelangelo, Leonardo suscitano ancora oggi la grande passione degli studiosi. Quarto punto, l’Italia possiede conoscenze scientifiche e tecnologie d’eccellenza. La ricerca scientifica di base italiana è molto robusta, soprattutto nei campi della fisica, dell’astronomia, della medicina clinica e della biomedicina, che sono ai primi posti nel mondo. Infine, quinta considerazione, il popolo italiano è entusiasmante: gli italiani mettono al primo posto la famiglia e condividono con i propri familiari le cose più belle, il che li avvicina tanto alla cultura cinese.

La ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’allacciamento delle relazioni sino-italiane ci porta a vagliare lo stato delle relazioni bilaterali...

LI JUNHUA: Come dicevo, sono in Italia da appena un anno e se devo basarmisulle mie esperienze e il mio giudizio, considero le relazioni fra Cina e Italia come un successo, che integra la civiltà antica e gli scambi moderni. La Via della seta legava strettamente i nostri due paesi, Cina e Italia restano i rappresentanti delle anziane civiltà dell’Oriente e dell’Occidente, ai due estremi di quest’antica Via. I nostri scambi iniziarono ben presto presto e produssero profonde influenze. Nel Monumento al Millennio Cinese a Beijing, sono erette le statue di cento personaggi che hanno avuto un reale influsso sullo sviluppo della storia cinese, e tra tutti soltanto due sono gli stranieri: Marco Polo e Matteo Ricci, italiani ambedue. Approfondendo viavia le relazioni bilaterali sino-italiane noi ci rispettiamo, ci comprendiamo e “ci impariamo” reciprocamente. Rispettare la strada scelta dalla tua controparte e riconoscere i reciproci interessi fondamentali è la base vitale delle relazioni sino-italiane. I due paesi, trascendendo le differenze dei propri contesti culturali, sistemi sociali e ideologici, restano saldi nella direzione generale del “rispetto reciproco e mutuo vantaggio”. Dopo 50 anni di cambiamenti, le relazioni bilaterali sono in realtà ben più mature e stabili e illustrano bene che cosa significhi fra l’Oriente e l’Occidente “trovare gli interessi comuni nelle differenze e coesistere in armonia”. L’amicizia e le relazionidurature tra le nazioni non vogliono dire trasformare me in te o cambiare tein me, ma dicono che le nazioni vanno avanti insieme, mano nella mano, e progrediscono, e si sviluppano insieme nella ricca diversità. Come partecipanti, difensori e perfezionatori del sistema mondiale dal dopoguerra, la Cina e l’Italia continueranno a sostenere fermamente il multilateralismo e a lavorare insieme per difendere l’ordine internazionale. Cooperare concretamente e migliorare con il tempo che passa sono le autentichecaratteristiche dello sviluppo delle relazioni bilaterali. Nel 1970, all’inizio delle relazioni diplomatiche, il volume del commercio sino-italiano era di 100 milioni di dollari, nel 2019 ha raggiuntoi 54.9 miliardi di dollari, aumentando 550 volte. Oggi la Cina è il primo partner commerciale dell’Italia in Asia e l’Italia è il quarto partner commerciale della Cina nell’Ue. Gli investimenti cinesi in Italia hanno superato i 10 miliardi di dollari e i progetti di investimento italiani in Cinasono oltre 6.000. Le cooperazioni spaziano dal semplice commercio di beni a numerosi settori di produzione, finanza,energia e investimenti e si sono estese nei campi dell’istruzione, della cultura e turismo, dello sport e altri ancora. Nel corso della visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping in Italia nel 2019, i due paesi hanno firmato un memorandum d’intesa sull’iniziativa Belt & Road, dandpovita a opportunità di cooperazione inedite. Sempre più persone dei nostri due paesi trarranno benefici da questacollaborazione così piena. La comprensione e la vicinanza fra i due popoli sono un atout decisivo per approfondire le relazioni bilaterali. I due popoli si sentono sempre vicini e la passione per la cultura della controparte non è mai venuta meno. Questo è la forza motrice degli scambi fra noi. L’Italia è uno dei paesi europei più popolariper i turisti cinesi. Nel 2019 circa 550mila di cinesi hanno scelto Italia comeprima tappa del loro viaggio e oltre 3 milioni di cinesi sono giunti in Italia da altri paesi. Gli italiani mantengono viva la passione di studiare il cinese, e in Italia vi sono attualmente decine diIstituti Confucio e Aule Confucio, mentre un centinaio di scuole elementari e medie italiane hanno inaugurato il corso di lingua cinese. Vale la pena ricordareche, dopo lo scoppio dell’epidemia di Covid-19, la Cina e l’Italia sono state al fianco l’una dell’altra e per superare questo tempo difficile hanno testimoniando la solidarietà reciproca.

Nella sua prospettiva, ambasciatore,quale sviluppo futuro delle relazioni sino-italiane lei auspica, dunque?

LI JUNHUA: Il presidente Xi Jiping ha compreso che il mondo si trova in un frangente di grande cambiamento, mai visto nei cento anni precedenti. Ora la situazione internazionale vive mutamenti profondi e complicati e le relazioni sino-italiane incontreranno più sfide lungo strada di fronte a loro. Non ci saranno cambiamenti nella direzione del rispetto, della fiducia reciproci e del mutuo vantaggio nella cooperazione bilaterale, e non ci saranno cambiamentinella decisione di promuovere insiemela costruzione di una comunità umana dal futuro condiviso. Anzitutto, costruiremo insieme l’iniziativa Belt & Road come un motore che ci conduce ad approfondire la cooperazione. La millenaria Via della Seta hacollegato strettamente i nostri due paesi. Dalla firma del memorandum nel 2019 entrambe le parti hanno ottenuto precocemente dei risultati. Così, preservare insieme lo spirito della Via della seta e promuovere risultati più visibili porteranno benessere ai due popoli dando rinnovato vigore allo sviluppo sostenibile globale. Secondo poi, il multilateralismo dovrebbe essere promosso da ambo le parti. Essendo Paesi influenti, la Cina e l’Italia dovrebbero promuovere con vigore il processo del multilateralismo e la liberalizzazione del commercio, salvaguardando il funzionamento sicuro delle catene industriali e di fornitura globali. La Cina sosterrà attivamente l’Italia quando sarà il paese presidente del G20 nel prossimo anno e darà un contributo positivo alla riforma della governance globale nel periodo post-epidemico e alla rapida ripresa dell’economia mondiale. In terzo luogo, la promozione della comprensione e della tolleranza è unobiettivo chiave del dialogo tra le civiltà. Nell’era della globalizzazione e delle tecnologie dell’informazione, emergono costantemente obbiettivi inediti conditi di difficoltà. Le civiltà tradizionali e leesperienze dei nostri antenati possono elargire saggezza e ispirazione a tutti i paesi.

Cina e Italia sono in condizione di avere un ruolo esemplare nel promuovere il dialogo paritario e l’apprendimento reciproco tra le civiltà, e nel sollecitare la comunità internazionale affinchè risolva le divergenze attraverso la comprensione e sostituisca il confronto con la collaborazione.

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