Che in Turchia abbiano qualche problema con la libertà di stampa non è una novità. Che nelle ultime settimane abbiano più di una divergenza con Mosca è dato assodato. Per questo non stupisce più di tanto la notizia riportata da Russia Today, secondo cui giornalisti russi sarebbero stati espulsi dal Paese perché in procinto di realizzare un'inchiesta sui rapporti poco trasparenti con l'Isis.
La testata filo-governativa russa scrive che una troupe della televisione Rossiya 1 è stata fermata al suo arrivo nel meridione turco, nella zona che confina con la Siria e dove si trovavano per approfondire il tema di come il petrolio prodotto nei territori controllati dai jihadisti - queste le accuse - arrivino in Turchia.
Il Cremlino sostiene da tempo che il Paese di Erdoğan non faccia nulla per fermare i traffici con l'Isis. Accuse che da Ankara rigettano al mittente, sostenendo che anzi a utilizzare quel petrolio sia il regime siriano, alleato della Russia e degli iraniani.
Le reciproche accuse si sono intensificate da quando i caccia turchi hanno abbattuto un bombardiere russo al confine con la Siria. Intanto la Rosatom, società russa del settore nucleare, ha annunciato che i lavori per la centrale di Akkuyu, la prima in Turchia, non andranno avanti.
Che la frontiera turco-siriana, lunga oltre 900 chilometri, sia estremamente porosa, non è tuttavia un'accusa che arriva solo dalla Russia.
Due giornalisti turchi, Can Dündar e Erdem Gül, direttore e caporedattore ad Ankara del quotidiano Cumhuriyet, si trovano al momento in carcere per uno scoop in cui accusavano l'intelligence di far passare in Siria armi e munizioni destinate a gruppi ribelli non meglio precisati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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