"Non ci può essere un dittatore che impone la censura negli Stati Uniti". È stato chiaro Barack Obama, nel commentare la decisione presa dalla Sony di non fare uscire nei cinema The Interview, pellicola con James Franco e Seth Rogen la cui trama racconta di come un giornalista venga reclutato dai servizi segreti per uccidere il dittatore coreano Kim Jong-Un.
Un tema che già diversi mesi prima della data prevista per la prima cinematografica aveva fatto scatenare la propaganda di PyongYang, che aveva minacciato "contromisure spietate", definendo la realizzazione della pellicola "un atto di guerra".
La situazione si è molto complicata dopo che la Sony è stata vittima di un violento cyber-attacco. Soltanto ieri l'Fbi ha confermato ufficialmente il legame tra quanto avvenuto e la Corea del Nord. Una posizione non condivisa comunque da Pyongyang, che sostiene di poter dimostrare la sua estraneità dai fatti e agli Stati Uniti ha proposto un'indagine congiunta.
Nel frattempo la Sony aveva deciso prima di cancellare la prèmiere newyorchese di The Interview, poi di ritirare il film. Una scelta che è stata criticata dal presidente statunitense, che ha assicurato una risposta al cyber-attacco, ma detto anche che la Sony non avrebbe dovuto cedere alle minacce. La risposta è arrivata dal Ceo Michael Lynton, in un'intervista concessa alla Cnn.
"Il presidente, la stampa e il pubblico si sbagliano su quanto davvero è successo", ha detto, ricordando che la Sony non possiede sale cinematografiche negli Stati Uniti e che dunque non poteva obbligare nessuno a mettere in programmazione la pellicola.
La decisione di non
procedere con la promozione di The Interview è arrivata quando sono state fatte minacce agli spettatori che si fossero presentati in sala. "Non ci siamo piegati - ha messo in chiaro -. A quel punto non potevamo che bloccare l'uscita del film".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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