Iraq, scoperta fossa comune con oltre 300 corpi

Una fossa comune con i resti di oltre 300 persone è stata scoperta nei pressi di Tikrit, in Iraq. Potrebbero essere i corpi dei giovani militari sciiti iracheni trucidati dai jihadisti dell'Isis nel massacro di Camp Speicher del 2014

Iraq, scoperta fossa comune con oltre 300 corpi

Una fossa comune con i resti di circa 300 persone è stata scoperta oggi a nord della capitale irachena Baghdad. A dare la notizia del rinvenimento è stata la Fondazione dei martiri, istituto governativo che in Iraq si occupa di onorare la memoria delle persone morte in guerra e di sostenere le famiglie delle vittime del conflitto.

Secondo la stessa fondazione le spoglie riesumate potrebbero appartenere alle giovani reclute dell’aeronautica militare irachena massacrate dagli uomini dello Stato Islamico, nel giugno del 2014, durante l’offensiva dell’Isis nel nord dell’Iraq. La fossa comune, infatti, è stata scoperta nella provincia di Tikrit, nei pressi della base aerea di Camp Speicher, dove il 12 giugno del 2014 centinaia di giovani militari iracheni, in maggioranza sciiti, vennero giustiziati dai jihadisti dell’Isis che in quelle stesse ore prendevano il controllo di Mosul e Tikrit. Nella stessa zona, inoltre, lo scorso marzo, sulla base delle informazioni fornite al governo iracheno dai detenuti appartenenti alla formazione jihadista, erano state rinvenute altre due fosse comuni dalle quali erano stati estratti i corpi di circa 70 vittime della strage compiuta dall’Isis nel 2014.

L’eccidio di Camp Speicher

Una strage le cui proporzioni apparsero subito chiare, sia dalle immagini della diffuse dallo Stato Islamico, sia da quelle riprese via satellite, e che fu immediatamente definita un “crimine di guerra orribile” da organizzazioni internazionali come Human Rights Watch e dalle Nazioni Unite. L’Isis, infatti, rivendicò l’uccisione di 1.700 militari sciiti. Il governo iracheno, nel giugno del 2014, parlò invece, in un primo momento, di 175 vittime, fra i cadetti di stanza nella base di Camp Speicher. I cadaveri dei giovani sciiti, secondo quanto riportava Russia Today, furono gettati dai jihadisti nel fiume Tigri o ammassati nelle fosse comuni. Ulteriori dettagli sulla dinamica della strage emersero nel luglio del 2015, quando l’Isis diffuse un video della durata di 23 minuti nel quale comparivano centinaia di giovani militari iracheni. I ragazzi vennero posizionati in fila, uno accanto all’altro, in ginocchio e incappucciati, per poi essere freddati uno ad uno dai jihadisti con colpi di pistola e mitragliatrice, prima di essere gettati in una fossa comune. Il 17 settembre 2014, con una nuova dichiarazione ufficiale, il governo di Baghdad stabilì che il numero dei militari morti nell’eccidio di Tikrit era di 1.095. La reale entità del massacro, però, resta tuttora incerta.

Dopo la riconquista della città, nell’aprile del 2016, da parte dell’esercito di Baghdad e delle milizie sciite, il governo iracheno ha potuto iniziare una serie di indagini sul luogo della strage, che hanno portato alla condanna a morte di 40 persone ritenute coinvolte nel massacro.

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