Non accettava la fine della relazione, così un uomo di 38 anni ha strangolato la sua ormai ex compagna, per poi violentare ed uccidere la figlia minorenne di lei: subito dopo aver commesso questi crimini efferati, si è tolto la vita all'interno dello stesso appartamento sito in Glin Ree Court, a Newry (Irlanda del Nord).
I fatti, secondo quanto dichiarato dalla stampa estera, si sono verificati il 7 marzo dello scorso 2019, quando l'operaio di origini scozzesi Russell Steele ha deciso di mettere in atto la sua vendetta e successivamente di farla finita. Da tempo la sua fidanzata, Giselle Marimon-Herrera, una colombiana di 37 anni, aveva manifestato l'intenzione di lasciarlo. Incapace di accettare una simile decisione, Steele, con già dei precedenti penali alle spalle proprio per violenza e maltrattamenti, ha completamente perduto il controllo.
Dopo aver aggredito e strangolato la donna, ha rivolto la propria furia verso la figlia adolescente della ex, Allison, di soli 15 anni. Dopo aver abusato sessualmente di lei, l'uomo l'ha uccisa, sempre mediante strangolamento.
Il 38enne non ha risparmiato neppure il cagnolino della famiglia, un chihuahua, trovato morto all'interno dell'abitazione.
Dopo aver commesso gli omicidi, Steele ha deciso di porre fine anche alla propria vita, impiccandosi.
Durante la giornata di ieri, giovedì 6 febbraio, il coroner Joe McCrisken ha ricostruito in tribunale l'intera vicenda, riportando tutti i dati degli esami eseguiti sui corpi delle vittime. Nessuna prova che Giselle Marimon-Herrera sia stata stuprata, prima di essere uccisa, mentre pare certo che la ragazzina abbia invece subito violenza sessuale.
“È stata una morte barbara”, ha dichiarato McCrisken, descrivendo la fine delle due donne dinanzi alla Armagh Courthouse, struttura giudiziaria della contea di Armagh (Irlanda del Nord), come riportato da “The Irish Time”. “Una delle inchieste più difficili”.
Ascoltata anche la sorella di Giselle, Paola. Quest'ultima ha raccontato che Giselle era andata a vivere in Irlanda nel 2016, dopo essersi separata dal marito portoghese. Sua figlia Allison l'aveva poi raggiunta l'anno successivo. Lo stesso Steele aveva lasciato la sua casa a Kilmarnock (Scozia), dove viveva con la moglie, per seguire in Irlanda Giselle, con la quale aveva una relazione clandestina.
Col tempo però il comportamento del 38enne aveva cominciato a preoccupare Giselle. L'uomo, infatti, esercitava troppo controllo su di lei. Da qui la decisione di chiudere la relazione, confermata anche dai messaggi trovati sui cellulari di entrambi dagli inquirenti.
Durante l'udienza, il coroner ha ringraziato di persona i familiari delle due donne uccise, per la loro fondamentale
collaborazione. Grazie ad una raccolta fondi, madre e figlia sono state cremate a Belfast e le loro ceneri sono state portare in Portogallo.Invitata ad intervenire, la famiglia di Steele non ha invece voluto partecipare al processo.
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