Le lettere dei jihadisti dal fronte. La propaganda "romantica" dell'Isis

Sui siti a sostegno del Califfato vengono pubblicate le lettere che i "martiri" hanno inviato alle loro famiglie. Un nuovo modo per affermare i valori della lotta all'infedele

Le lettere dei jihadisti dal fronte. La propaganda "romantica" dell'Isis

Non c'è soltanto la propaganda della paura, quella che diffonde i messaggi d'odio e i video delle esecuzioni degli infedeli. L'Isis è attento anche alla propaganda interna, quella che deve attirare nuovi miliaziani e rafforzare il sentimento di chi ha già abbracciato l'ideale jihadista.

In questi giorni sui blog e siti internet che sostengono la guerra santa stanno girando le lettere che i combattenti islamisti hanno inviato alle loro mogli e famiglie per raccontare il loro martirio. Stamattina il Guardian ha pubblicato quella che un miliziano ceceno avrebbe scritto alla moglie, poco prima di morire. La lettera, scritta in russo, è macchiata dal sangue del combattente: un segnale, propagandistico, che la vita del miliziano è stata spesa per un fine più grande. "Sono stato felice con te - c'è scritto - ci incontreremo in Paradiso, amore mio...".

Secondo quanto raccontato dagli jihadisti che hanno reso pubblica l'epistola, il ceceno sarebbe morto ad Aleppo colpito dal colpo di un tank nemico. Se il testo è autentico e se il miliziano che l'avrebbe scritto è morto davvero, non è dato saperlo. Quello che è certo è che il comando militare dell'Isis e i reclutatori che operano in Russia, in Medio Oriente ed anche in Europa utilizzano questi mezzi per trasmettere quelli che sono considerati i valori fondamentali di un jihadista: il desiderio di combattere per Allah, il rispetto verso gli altri miliziani e la serenità nel morire come un martire.

Non è la prima volta che il terrorismo islamico utilizza lettere d'amore e poesie per la sua propaganda. Anche Osama Bin Laden era solito scriverle, molte delle queli indirizzate al grande pubblico come mezzo di reclutamento per la guerra che Al-Quaeda stava combattendo. Ma non solo: sono state ritrovate anche quelle indirizzate alle mogli, in cui le rassicurava dicendo che gli "riempivano il cuore di bei ricordi".

In quest'ottica, la lettera del miliziano ceceno (sono circa 1.700 i foreign fighter ceceni che hanno raggiunto i territori dell'Isis) ha l'intento di rendere "romantica" l'adesione alla jihad, pulendola dagli aspetti più crudeli, dalle decapitazioni e dalla durezza della guerra. La missiva inizia descrivendo una notte di combattimenti, quella in cui il miliziano avrebbe poi perso la vita. Racconta l'accerchiamento che stava subendo per mano degli "infedeli" e la tranquillità con cui il terrorista affrontava la morte. Ma, al tempo stesso, vi sono contenuti richiami alla vita quotidiana, come la preoccupazione per i problemi futuri che dovrà affrontare la moglie: "Spero che quest'inverno non faccia freddo, e che la stufa funzioni". E ancora: "Se avessi bisogno di soldi, vendi pure i miei effetti personali".

L'Isis in questo modo mostra il lato umano del jihadista.

Così come si preoccupa di pubblicizzare l'appoggio che le donne musulmane assicurano ai loro mariti in guerra: "Sei lontano da me - scriveva in una lettera Fatima, moglie di un miliziano - ma più vicino al Creatore".

Amore, Allah e martirio: è la nuova propaganda "romantica".

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