"Licenziato e rimosso dal suo incarico". Con queste parole Donald Trump ha licenziato un altro uomo dell'amministrazione americana, questa volta il capo del Federal Bureau of Investigation (Fbi), James Comey, che avrebbe saputo di non essere più il numero uno dell'agenzia soltanto dalla televisione.
Più di una voce sostiene che, quando la televisione ha iniziato a battere la notizia del licenziamento, Comey stava parlando al suo staff a Los Angeles, solo per scoprire, leggendo le notizie che scorrevano sullo schermo, di non essere più il numero uno del Fbi.
Pochi istanti dopo sarebbe arrivata la lettera, recapitata a mano, in cui Donald Trump, per mano del suo ex bodyguard Keith Schiller, ora direttore delle operazioni dello Studio ovale, lo informava di avere perso il posto, perché "non in grado di guidare efficientemente il Bureau".
Il presidente Trump ha anche spiegato di ritenere necessario sostituirlo con un uomo in grado di "ristabilire la pubblica fiducia nella missione dell'applicare la legge". "Il direttore del Fbi - ha aggiunto - deve essere qualcuno che segua fedelmente le regole e i principi del dipartimento di Giustizia e che dia il buon esempio ai nostri funzionari e agli altri uomini del Dipartimento".
Secondo Politico, che cita anonimamente diverse persone a conoscenza dei fatti, da una settimana Trump pensava di lasciare a casa Comey. Una ricostruzione del sito americano parla di un presidente "inferocito dalla indagini sulla Russia" e convinto che l'ex numero del Fbi sia stato fin "troppo tenero con la Clinton". In passato Comey aveva confutato la tesi del presidente secondo cui Obama avrebbe ordinato di intercettare le comunicazioni della Trump Tower.
Comey "sembrava esterrefatto", "davvero sorpreso", ha detto alla stampa americana un funzionario del Fbi, riferendo della reazione dell'ex leader del Fbi di fronte a un licenziamento criticato anche da alcuni membri del partito di Trump.
"Ho passato le ultime ore a cercare una ragione accettabile per il tempismo del licenziamento", ha scritto su twitter Jeff Blake, senatore dell'Arizona, mentre il collega Justin Amash aggiungeva di volere ora una commissione
indipendente per indagare sui legami tra Trump e la Russia. Una richiesta avanzata anche da John McCain, che in comunicato ha spiegato: "La decisione del presdiente conferma solo la necessità e l'urgenza di un comitato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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