Ibrahim Maaroufi, ex calciatore dell’Inter, è finito suo malgrado al centro delle cronache perché il terrorista Khalid El Bakraoui aveva usato il suo nome, rubandogli l’identità. Da un'intervista al Corriere si apprende che il giocatore ha saputo del furto d'identità la prima volta a gennaio, subito dopo gli attentati di Parigi. "Un mio amico mi ha chiamato per dirmi che circolava il mio nome e sono andato subito alla polizia, qui a Bruxelles. Ho chiarito la mia posizione, ma mi avevano detto che El Bakraoui era morto".
Maaroufi afferma di non aver mai conosciuto El Bakraoui: "Non sapevo chi fosse fino agli attacchi di Parigi e, ripeto, credevo fosse morto lì. Così mi avevano detto". Quando è venuto a conoscenza che era lui il kamikaze della metropolitana è tornato alla polizia: "Sono andato venerdì scorso. Ho spiegato ancora la mia situazione. Ho parlato per un’ora con l’antiterrorismo, poi mi hanno rilasciato perché su di me non c’era nulla. Mi hanno detto: vada pure a casa e stia tranquillo, non ha fatto niente".
Sul come abbia fatto Khalid El Bakraoui a rubargli l’identità, Maaroufi dice di non sapere nulla: "No, anche perché non ho mai perso un documento. Ho cambiato la carta d’identità qualche anno fa, ma ho consegnato la vecchia, quindi non è possibile che mi abbiano rubato i documenti".
Quando gli chiedono perché, secondo lui, sia stato usato proprio il suo nome, risponde così: "Vivo in un quartiere di mille persone - spiega - preferisco però non dire il nome del posto per
ragioni di sicurezza, con certa gente non si sa mai) e qui tutti i marocchini mi conoscono. Sanno che ho giocato in serie A, nell’Inter. Credo lo sapesse anche El Bakraoui che, ho letto, era passato per l’Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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