Lhasa l'immortale

A passeggio per Lhasa, attraverso le vie della memoria e della fede buddista. Il Palazzo del Potala e il tempio del Jokhang, dove l’incenso brucia tutto il giorno

Lhasa l'immortale

Risalente al VII secolo d.C., la città vecchia di Lhasa ospita una fiorente cultura tradizionale tibetana e cela innumerevoli tesori. Il nostro appuntamento con Lhasa comincia davanti al suo simbolo più conosciuto, il Palazzo del Potala, sul Monte Marpori, nella zona occidentale della città vecchia, costruito nel VII secolo per la principessa Wencheng della dinastia Tang dal marito, il re tibetano Songtsan Gampo. Sul monte venne edificato un palazzo con novecentonovantanove stanze, ad un’altezza di oltre 3.700 metri sul livello del mare. La superficie coperta su più piani è di 410mila metri quadrati su un’area edificabile di 140mila metri quadrati e l’edificio principale del palazzo ha tredici piani e un’altezza di 119 metri. Tutti i cinque palazzi interni sono stati costruiti in pietra e in legno. I tetti sono ricoperti di brillanti tegole dorate di rame con uno slancio maestoso. È noto che il sacro tempio dell’altopiano costituisca l’essenza dell’antica arte architettonica tibetana. Eretto sul fianco della collina, sotto al cielo azzurro e alle nuvole candide, il Palazzo del Potala è imponente e magnifico. Il complesso è suddiviso in una zona bianca e in una rossa: gli edifici bianchi erano adibiti all’amministrazione mentre quelli rossi agli affari religiosi. Le pareti interne sono spesso coperte da scaffali stipati di antichi sutra, la maggior parte dei quali scritti a mano con inchiostro e alcuni altri stampati. Quando veniva usato inchiostro dorato si utilizzavano fogli di carta nera. Come supporto per la scrittura potevano anche essere utilizzate foglie di palma e, in questo caso, i sutra sono ancora più preziosi.

Gli splendori di Lhasa

Una bella collezione di sutra su foglie di palma si trova al monastero di Sakya, nel sud del Tibet. Le cappelle del Potala contengono migliaia di statue dorate rivestite di broccati colorati. Anche i dipinti murali sono meravigliosi. Facendo la fila per salire fino al Potala, è possibile incontrare moltissimi pellegrini tibetani in abiti tradizionali, con i lunghi capelli legati in una treccia arrotolata sul capo e grossi orecchini di pietre colorate. Sulla lunga gradinata che porta al Potala, oltre alle centinaia di persone in fila, fedeli tibetani e turisti, si possono vedere anche i fiori di Gesanghua, il fiore simbolo della città di Lhasa che nella tradizione tibetana indica purezza e fortuna e nei rapporti affettivi esprime l’amore. Si tratta di margherite colorate, di media grandezza, che crescono nella zona di Lhasa e per questo sono diventate il fiore simbolo della città. I tibetani amano molto i fiori e ovunque davanzali e giardini traboccano di gerani, dalie, campanelle e, naturalmente, Gesanghua. La tutela del Potala è stata sempre attentamente promossa dalle autorità centrali e da quelle regionali. Le fondamenta, considerati i 1300 anni di storia, devono essere controllate frequentemente anche perché il clima locale, con i suoi grandi sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte e le forti precipitazioni, mette a rischio gli edifici.

Dopo l’apertura nel 2007 della ferrovia Qinghai-Tibet, i visitatori sia cinesi che stranieri sono decisamente aumentati e rappresentano ora anche una grande sfida per la tutela e l’utilizzo razionale del complesso. In luglio, agosto e settembre, con l’alta stagione turistica, ogni giorno vengono ammessi circa 4000 visitatori. Per smistare il flusso c’è un tempo limitato per le visite, guidate, di non più di un’ora. Occorre prenotare i biglietti il giorno precedente. I pastori tibetani pagano 1 RMB per il biglietto, i turisti 100 RMB. Il Tempio di Jokhang è un altra icona di Lhasa. Si trova nel centro della città vecchia ed è un monastero buddista tibetano. Il labirintico tempio è uno degli edifici più antichi di Lhasa ed il tempio più sacro del Tibet. Ha una storia di oltre 1.300 anni e occupa una posizione suprema nel buddismo tibetano: è il più splendido edificio superstite del periodo Tubo ed è anche la prima struttura civile nell’area. Chi lo visita avverte palpabile il senso di venerazione. Il tempio, consacrato nel 647 d.C., fu costruito secondo rigidi schemi geomantici e nel corso dei secoli ha conosciuto notevoli opere di arricchimento e di rinnovamento. Attualmente l’edificio, illuminato da un’infinità di candele, è letteralmente invaso da opere d’arte tibetane. Il santuario è diviso in una lunga sala interna e una sala esterna. Il sentiero interno, delimitato da ruote di preghiera, è una via di pellegrinaggio quadrangolare che circonda la sala interna di Jokhang e include la miriade di cappelle, sale e statue preziosissime disposte su più piani. È anche possibile visitare i tetti dorati che incoronano il tempio. Al limitare del santuario si snoda Barkhor, il circuito di pellegrinaggio intermedio, un luogo santo che i pellegrini percorrono in senso orario. E’ anche il punto focale del mercato, colmo di bancarelle e animato da una folla di venditori ambulanti e mercanti provenienti da ogni parte del Tibet: in questo ambiente variopinto e dinamico è possibile acquistare una ruota da preghiera. Il Jokhang è aperto ai fedeli dalle 8 del mattino fino alle 14, mentre di pomeriggio possono accedervi i turisti. I fedeli possono accedere gratuitamente, mentre i turisti pagano un biglietto di 85 RMB.

Sotto gli alberi dei cortili del Potala e del Tempio di Jokhang si possono vedere decine di giovani monaci intenti a dibattere su temi di logica nel rito chiamato “bianjing”: i monaci in piedi pongono domande e quelli seduti rispondono in un infuocato dibattito! Tale attività si tiene ogni giorno dalle 3 alle 5 del pomeriggio. I giovani monaci si alzano alle 5 del mattino, pregano insieme in cappella e studiano fino a mezzogiorno. Successivamente pregano ancora, poi conducono il dibattito seguito da un’altra sessione di studio serale. Il Palazzo del Potala e il Tempio di Jokhang sono l’espressione della classica architettura religiosa tibetana e i maggiori rappresentanti di migliaia di templi e palazzi buddisti tibetani. Il 17 dicembre 1994 il Potala è stato iscritto nella lista del patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO. Nel novembre del 2000 anche il Tempio di Jokhang, come estensione del Palazzo del Potala, è stato incluso nella lista.

Di fronte al palazzo e al tempio l’incenso brucia tutto il giorno mentre i devoti lasciano segni profondi della lunghezza dei loro corpi sul pavimento di pietra blu. Migliaia di lampade di burro sono sempre accese, illuminando i pellegrini e il tempo che passa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica