Il marito di Asia Bibi: "Italia, aiutaci". Salvini: "Noi ci siamo"

Con un videomessaggio il marito di Asia Bibi chiede aiuto all’Italia perché l’intera famiglia è in pericolo. Salvini: “Ci stiamo lavorando con altri Paesi”

Il marito di Asia Bibi: "Italia, aiutaci". Salvini: "Noi ci siamo"

"Chiedo al governo italiano e faccio un appello: aiutateci a fare uscire dal Pakistan me e la mia famiglia perché siamo in pericolo": questo l'appello disperato lanciato attraverso un videomessaggio indirizzato all’organizzazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” da Ashiq Masih, il marito di Asia Bibi, la donna cristiana condannata 8 anni fa all'impiccagione per blasfemia ed assolta la scorsa settimana dalla Corte Suprema.

Nonostante il verdetto, la donna si trova ancora in carcere e non può lasciare il Paese a causa delle violente proteste messe in atto dai fondamentalisti islamici che chiedono con insistenza l’applicazione della pena di morte e, per questo, hanno presentato un ricorso contro la decisione della Corte Suprema.

"La nostra vita è in pericolo, abbiamo difficoltà anche a trovare da mangiare" ha affermato disperato Masih. Lui e la figlia Eisham erano stati in Italia lo scorso 24 febbraio come testimoni dell'evento di Acs “Colosseo Rosso”, una manifestazione nel corso della quale il celebre monumento romano era stato illuminato in segno di solidarietà con chi è perseguitato per la loro fede.

"Ringrazio molto "Aiuto alla Chiesa che Soffre" per la visibilità internazionale che ha dato alla nostra situazione e alla causa di Asia Bibi” ha concluso il marito della donna. “È molto importante l'attenzione della comunità internazionale e dei media per mantenere viva Asia Bibi e per proteggerci".

In merito alla drammatica vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini che ha fatto sapere che"ci stiamo lavorando con altri Paesi occidentali, con

discrezione per evitare problemi in loco alla famiglia che vuole avere un futuro. Posso assicurare che io, da ministro ma anche da leghista, ci tengo che donne e bambini a rischio della vita, possano avere un futuro".

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