Jean Asselborn, il ministro degli Esteri lussemburghese che venerdì scorso ha perso le staffe con Matteo Salvini (guarda il video), adesso getta la maschera. Dietro al violentissimo attacco al ministro dell'Interno leghsita, c'è la volontà (ora dichiarata) di sfidare le destre europee. "I populisti - ha spiegato oggi in una intervista a Repubblica - vogliono rimettere l'interesse nazionale davanti a tutto, vogliono distruggere l'Unione come oggi la conosciamo. Noi non dobbiamo permetterglielo".
"Nel suo intervento (Salvini, ndr) ha usato due volte il termine "schiavi" riferendosi ai migranti ricorrendo a concetti in palese contraddizione con l'etica dell'Unione. Se poi a parlare così è un Paese fondatore, terza economia dell'eurozona, la situazione è ancora più seria. Spero che ora altri ministri si facciano sentire". Nell'intervista a Repubblica Asselborn torna sullo scontro con Salvini alla ministeriale europea in Austria che ieri pomeriggio è andato avanti con un durissimo botta e risposta. Il ministro lussemburghese ha, poi, precisato che il "merde alors" pronunciato contro il titolare del Viminale significa "basta". "Non era un insulto al popolo italiano e nemmeno al ministro - ha insistito - non ho insultato l'Italia come ha invece propagandato Salvini con una fake news figlia di un metodo molto pericoloso tanto più se si considera che la sua è stata una provocazione calcolata".
"Dopo la guerra per evitare nuovi conflitti abbiamo costruito un'Europa comunitaria, integrata e basata sui valori e sulla legge - ha continuato Asselborn - loro, invece, vogliono rimettere l'interesse nazionale davanti a tutto, vogliono distruggere l'Unione come oggi la conosciamo. Noi non dobbiamo permetterglielo". Nell'intervista a Repubblica il ministro lussemburghese ha rivendicato che il suo governo "ha ospitato profughi eritrei e ha aiutato con le due navi bloccate prima della Diciotti".
"Però - ha aggiunto - si mente quando si dice che l'immigrazione in mare può essere fermata: le persone vanno salvate e quando sbarcano devono essere divise tra chi può avere la protezione internazionale e chi no. I primi vanno obbligatoriamente ripartiti tra i Paesi europei, gli altri vanno rimpatriati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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