Dopo una due giorni di vertice è stato trovato l'accordo tra l'Unione europea e la Turchia, come annuncia su Twitter il premier ceco Bohuslav Sobotka. I 28 leader europei hanno accettato una proposta patteggiata dagli "sherpa" del'Ue e della Turchia in cui, per rispettare il diritto internazionale, si fa riferimento esplicito al fatto che le richieste di asilo verranno valutate in maniera individuale e che non ci saranno deportazioni collettive.
L'accordo - che entra in vigore dal 20 marzo - prevede un meccanismo prevede un tetto di 72mila reinsediamenti di siriani nell'Ue. Questo significa che se si supera il numero di siriani che vengono rimandati in Turchia o vengono reinsediati nell'Ue viene superato, l'accordo viene interrotto, perché in sostanza implica che i flussi non si sono fermati. Inoltre, come recita il testo dell'intesa, "tutti i migranti irregolari che approdano dalla Turchia alle isole greche dal 20 marzo 2016 torneranno in Turchia" e "questo avverrà in completo accordo con le leggi europee e internazionali, pertanto, escludendo ogni sorta di espulsione collettiva", "in accordo con i più importanti standard internazionali e nel rispetto del principio del non respingimento".
La prossima settimana, inoltre, la Commissione europea e il governo turco definiranno una
lista di progetti "concreti" da finanziare attraverso il fondo da tre miliardi che l'Ue ha messo a disposizione di Ankara, anche se secondo le fonti la Turchia lamenta un esborso "troppo lento" dei fondi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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