Missili anticarro Usa in Ucraina

Manca solo la firma di Trump per ratificare la vendita di 210 missili anticarro Javelin all'Ucraina per un valore di 47 milioni di dollari.

Missili anticarro Usa in Ucraina

Il Dipartimento di Stato Usa ha autorizzato la vendita dei missili anti-carro FGM-148 Javelin all’Ucraina. E’ quanto si legge nella nota pubblicata sul sito della Defense Security Cooperation Agency. La fornitura prevede 210 missili Javelin, 37 unità di controllo lancio riutilizzabili più due di ricambio, formazione, logistica e supporto. Si tratterebbe della prima vendita ufficiale del sistema anticarro guidato Javelin in Ucraina dall’inizio del conflitto con la Russia. Il valore finale dell’accordo è di 47 milioni di dollari. L'Ucraina ha richiesto per la prima volta i Javelin nell'autunno del 2014 per contrastare le unità russe che erano intervenute in un conflitto separatista nell'est del paese. I missili saranno prelevati dalle scorte dell’esercito statunitense, mentre i CLU (Command Launch Unit) dal Fondo speciale per le acquisizione della Difesa creato per accelerare le consegne militari agli alleati. Sarà il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump (ampio sostegno da Capitol Hill) a ratificare l’accordo che Mosca etichetterà certamente come una provocazione. L'amministrazione Trump ha rivisto la politica dell'era Obama, decidendo di armare il governo ucraino con armi più potenti: l'FGM-148 era in cima alla lista.

Perché il Javelin?

Il sistema missilistico multi-ruolo Javelin consente di agganciare e seguire autonomamente il bersaglio (modalità lancia e dimentica) grazie al targeting termico di seconda generazione ad una distanza utile di 2500/3500 metri (dipende dalle versioni). Il sistema è pronto a sparare in meno di 30 secondi con tempi di ricarica inferiori ai 20 secondi. Dal visore del CLU l’operatore blocca il localizzatore sul bersaglio. La sua unità di lancio riutilizzabile può operare indipendentemente come sistema di sorveglianza per l’acquisizione di immagini nell'infrarosso. È dotato di modalità di visione grandangolare e di uno zoom fino a 12X. Quando il sistema è bloccato sul bersaglio, l’operatore è pronto a sparare. A differenza del raggio laser o dei missili convenzionali a cavo o fibra ottica, il Javelin viene guidato autonomamente verso il bersaglio dopo il lancio, lasciando l’operatore libero di riposizionarsi o ricaricare. L’operatore può effettuare anche un lancio “morbido” a basso rinculo. Il lancio morbido consente di sparare all'interno di edifici o posizioni coperte.

Il Javelin può essere utilizzato contro carri armati, bunker, edifici e velivoli a bassa quota in due differenti profili di volo. Nella modalità Direct Attack il missile vola direttamente sul bersaglio seguendo una linea relativamente retta. Nella modalità Top Attack, il missile a doppia testata in tandem colpisce il blindato dalla parte superiore, solitamente piatta dove la corazza è più sottile. Il missile viene lanciato con un angolo di elevazione di 18 ° per raggiungere un'altitudine massima di 150 metri in modalità Top Attack e 50 metri in modalità di fuoco diretto.

Il Javelin ha già dimostrato di essere letale anche contro gli elicotteri a bassa quota. Tali capacità asimmetriche pretendono un costo considerevole. Soltanto il missile del sistema Javelin costa circa 80 mila dollari. L’unità di controllo lancio 160 mila dollari.

La reazione russa

Le trentacinque unità di lancio saranno posizionate probabilmente in punti chiave dietro le linee di attacco. Tuttavia l'esercito ucraino potrebbe effettuare attacchi limitati con il costoso missile per dimostrare l'efficacia dell'arma sui carri armati russi. Ciò provocherebbe la rappresaglia russa, possibilmente di natura asimmetrica. Per natura asimmetrica si intende anche un possibile scenario dove Mosca fornirebbe armi ai talebani in Afghanistan.

Ad oggi la costosa e relativamente piccola vendita del Javelin è da considerardi come un chiaro impegno politico che accrescerà le tensioni tra Stati Uniti e Russia. Ciò potrebbe avere effetti imprevedibili sulla guerra nell'Ucraina orientale, per una possibile escalation di cecchini e artiglieria da posizioni che sono cambiate poco dal 2015 ad oggi.

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