Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, torna a minacciare l'Occidente e più direttamente Washington: al termine di quella che viene ancora chiamata "operazione militare speciale" della Russia in Ucraina e saranno raggiunti gli obiettivi, l'auspicio è che si "metta fine alla promozione da parte dell'Occidente di un modo unipolare dominato dagli Usa". Queste frasi sono state pronunciate a margine dei colloqui con l'omologo dell'Oman, Sayyid Badr Albusaidi, durante l'incontro a Mascat. Non contento, ha aggiunto che il fine dell'operazione militare "con il raggiungimento di tutti i suoi obiettivi contribuiscano a fermare i tentativi dell'Occidente di minare il diritto internazionale e di ignorare e violare i principi della Carta dell'Onu, compreso il principio dell'uguaglianza sovrana degli Stati".
"Non vogliamo la guerra ma..."
A queste affermazioni, Lavrov ne ha riservate altre sul rapporto del Cremlino con l'Europa, contraddicendosi nel giro di pochi minuti: se da un lato ha affermato che Putin non vuole portare l'escalation bellica al di fuori dei confini ucraini ma che, semmai, sarebbero i Paesi occidentali a dire che Mosca "deve essere sconfitta", dall'altro lato ha minacciato l'impossibilità di una trattativa di pace perché il segretario Onu, Antonio Guterres, "ha perso l'opportunità di raggiungere una soluzione pacifica in Ucraina" perché per sette "lunghi anni" non ha reagito in nessuna maniera al "sabotaggio da parte del regime di Kiev della risoluzione 2202 del Consiglio di sicurezza", che ha approvato gli accordi di Minsk sul Donbass. In soldoni: niente guerra in Europa ma in Ucraina continuiamo.
"Il gas lo pagherete di più"
Come abbiamo visto sul Giornale.it, a parte il blocco del transito del gas russo in Europa dall'Ucraina che sta mettendo già a dura prova le forniture, la ripicca russa sulle sanzioni occidentali sarà l'aumento dei costi perché "la Russia ha a chi vendere le sue risorse energetiche e l'Occidente pagherà molto di più" per il suo approvvigionamento, ha sottolineato Lavrov.
La questione sul grano
Durante l'incontro di ieri tra Draghi e Biden, i due Capi di Stato hanno ribadito l'importanza di "far partire il grano bloccato nei porti Ucraini" chiedendo che la Russia dia il via libera. Biden ha espresso il suo totale accordo specificando che milioni di tonnellate sono ancora bloccate e il rischio di una crisi alimentare in Africa diventa molto concreto.
Lavrov, invece, ha girato la frittata: ha accusato Kiev di aver bloccato "decine di navi nei suoi porti e non le fa partire, anche cariche di grano", e non sarebbe d'accordo "con le proposte della Russia di farle uscire attraverso corridoi umanitari".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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