In Russia, le organizzazioni ambientaliste sono sul piede di guerra a causa di un’opera infrastrutturale, progettata dal comune di Mosca, destinata ad attraversare una “discarica di rifiuti nucleari”.
Il progetto incriminato, riporta The Independent, consiste nella realizzazione di un ponte e di otto corsie stradali nel sudest della capitale del Paese, poco lontano dalla stazione ferroviaria di Moskvorechye. Il tracciato della nuova arteria dovrebbe però pericolosamente passare attraverso terreni occupati da un’ex fabbrica dell’azienda estrattiva nazionale Polymetal, ossia da una struttura impegnata un tempo nella lavorazione del torio e dell’uranio.
Le accuse di Greenepace
Il quotidiano inglese spiega quindi che il sito occupato in passato dalla fabbrica statale sarebbe stato bonificato solo parzialmente dalle autorità e che, a detta delle ong ambientaliste, sarebbe ancora una vera e propria“bomba ecologica”. La pericolosità dell’area che dovrebbe essere attraversata dall’infrastruttura promossa dal comune di Mosca viene quindi evidenziata dal giornale citando i dati elaborati da Greenpeace.
Secondo le analisi condotte da tale ong, nel perimetro dell’ex fabbrica Polymetal vi sarebbero nascoste scorie nucleari, che, una volta portate alla luce grazie ai lavori per la costruzione del ponte e delle otto corsie stradali, potrebbero liberare nell’aria particelle tossiche. La prova della presenza di scorie interrate nell’area dell’ex fabbrica sarebbero i “picchi” di radiazioni accertati nel sito incriminato. Sui terreni dove dovrebbe sorgere la nuova arteria viaria si registrerebbero infatti emissioni radioattive superiori di dodici volte ai livelli compatibili con la salute umana.
I ricercatori di Greenpeace sottolineano inoltre che, in alcuni punti della superficie un tempo occupata dalla struttura di lavorazione dell’uranio, sarebbero state rilevate radiazioni superiori anche a quelle accertate finora a Chernobyl.
Mosca smentisce
L’allarme lanciato dagli ambientalisti è stato però ridimensionato dai funzionari del comune di Mosca, che, sempre ai cronisti di The Independent, hanno negato che le radiazioni presenti nel sito ex Polymetal superino i livelli di guardia. I vertici del dipartimento municipale dei Lavori pubblici hanno quindi assicurato che il mega-progetto infrastrutturale nel sudest della metropoli andrà avanti.
Le analisi condotte da Greenpeace sono state rigettate
anche da Stepan Kalmykov, preside della facoltà di Chimica dell’università di Mosca, secondo cui, riporta il giornale inglese, paragonare a Chernobyl l’area dell’ex fabbrica Polymetal farebbe “sorridere”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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