I soldati fanno causa a Putin: "Non combattiamo"

La denuncia di 25 militari della Guardia nazionale, licenziati per essersi rifiutati di partire per l'Ucraina potrebbe essere un precedente pericoloso per Putin

I soldati fanno causa a Putin: "Non combattiamo"

Il 9 maggio si avvicina e non si vede la fine della guerra in Ucraina. Il giorno in cui la Russia festeggia la vittoria della Seconda guerra mondiale sarebbe dovuto essere quello in cui Vladimir Putin avrebbe dovuto dichiarare anche la vittoria su Kiev. Questo, almeno, sembrava fino ad alcune settimane fa e questi pare fossero gli intenti dello Zar. Ma la resistenza dei soldati di Volodymyr Zelensky ha rallentato le operazioni e sebbene la Russia abbia rimodulato i suoi obiettivi, "accontentandosi" del Donbass, i risultati per Putin non arrivano. Per questo motivo, viste le gravissime perdite militari e la necessità di nuova organizzazione, il 9 maggio lo Zar potrebbe fare una formale dichiarazione di guerra, che risolverebbe molti dei problemi dal lato russo. Infatti, ci sono soldati che stanno intentando cause legali, rifiutandosi di andare in guerra.

In particolare, sta facendo discutere il caso di 25 uomini della Guardia nazionale di Vladikavkaz, capitale della Repubblica autonoma dell'Ossezia Settentrionale, che hanno risposto negativamente all'ordine di partire per l'Ucraina. Questo è costato loro il licenziamento ma, agendo in punta di diritto, i militari hanno deciso di adire le vie legali dal momento che tra i compiti del corpo della Guardia nazionale ci sono solo operazioni difensive sul suolo russo che, quindi, non implicano combattimenti all'estero. Per questo motivo hanno deciso di denunciare il loro comandante, avviando un precedente che potrebbe rivelarsi molto pericoloso per la Russia.

Sono in tutto 340mila gli uomini arruolati nella Guardia nazionale in tutta la Russia e, stando ad alcune stime, pare che un'alta percentuale di loro, che potrebbe arrivare al 40%, avrebbe rifiutato (o sarebbe pronto a farlo) di andare a combattere in Ucraina, proprio perché i combattimenti all'estero non rientrano tra gli obblighi di questo corpo militare. Ma la Guardia nazionale non è l'unica spina nel fianco per Vladimir Putin, visto che secondo la legge nemmeno i militari di leva potrebbero essere inviati al fronte per un combattimento, a meno che non vengano sottoposte a uno specifico addestramento della durata di 4 mesi. Invece, come emerge dai racconti di alcune famiglie e dei prigionieri, sono tanti i giovanissimi russi di leva che sono stati inviati a combattere in Ucraina.

Questi problemi legali, delle vere e proprie forzature messe in atto per rimpolpare le truppe in Ucraina, potrebbero essere ovviati con una formale dichiarazione di guerra. Se Putin procedesse davvero in questa direzione, potrebbe avere a disposizione del suo esercito ulteriori 2 milioni di riservisti.

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