Il Papa a Cuba: "Non si abusa dei propri concittadini"

"Il Vangelo non usa la categoria del politicamente corretto", dice il Papa nell'omelia durante la messa a Holguin, terza città di Cuba

Papa Francesco saluta Raul Castro
Papa Francesco saluta Raul Castro

Papa Francesco celebra la messa in Plaza de la Revolucion, a Holguin, terza città cubana, dove fa tappa nel percorso dall’Avana a Santiago de Cuba. "I concittadini - ha detto durante l'omelia - non sono quelli di cui si approfitta, si usa e si abusa. Lo sguardo di Gesù genera un’attività missionaria, di servizio, di dedizione. Il suo amore guarisce le nostre miopie e ci stimola a guardare oltre, a non fermarci alle apparenze o al politicamente corretto". Un duro monito rivolto in generale ai governanti, quello del pontefice. Ma pronunciato oggi ha il sapore di una vera e propria bacchettata sulle mani del regime cubano, a cui Bergoglio nella messa dell'Avana aveva detto che bisogna "servire le persone non le ideologie". Significativo ricordare che partecipa alla messa anche il presidente cubano Raul Castro, originario di questa provincia.

Lo sguardo di Gesù "ci cambia", sottolinea Papa Francesco, come cambiò nell’intimo anche un "esattore delle tasse" come Matteo. Era un pubblicano, ricorda il santo padre, cioè riscuoteva le tasse dagli ebrei per darle ai romani. "I pubblicani erano malvisti e inoltre considerati peccatori, per questo vivevano isolati e disprezzati dagli altri. Con loro non si poteva mangiare, né parlare e né pregare. Per il popolo erano dei traditori, che prendevano dalla loro gente per dare ad altri. I pubblicani appartenevano a questa categoria sociale". Invece "Gesù si fermò, non passò oltre frettolosamente. E questo sguardo aprì il suo cuore, lo rese libero, lo guarì, gli diede una speranza, una nuova vita". E questa, secondo Francesco, "è la nostra storia personale; come tanti altri, ognuno di noi può dire: anch’io sono un peccatore su cui Gesù ha pone il suo sguardo. Invito a fare - ha aggiunto -, a casa o in chiesa, un momento di silenzio per ricordare con gratitudine e gioia quella circostanza, quel momento in cui lo sguardo misericordioso di Dio si è posato sulla nostra vita".

"La Chiesa a Cuba - ha assicurato il Papa - sta lavorando con grande sforzo e sacrificio per portare a tutti, anche nei luoghi più remoti, la parola e la presenza di Cristo. Una menzione speciale meritano - ha aggiunto - alle cosiddette case di missione, che, data la scarsità di chiese e sacerdoti, consentono a molte persone di avere un luogo per la preghiera, l’ascolto della Parola, la catechesi e la vita comunitaria".

"Gesù va avanti, ci precede, apre la strada e ci invita a seguirlo. Ci invita ad andare lentamente superando i nostri pregiudizi, le nostre resistenze al cambiamento degli altri e anche di noi stessi.

Ci sfida giorno per giorno con la domanda:- sottolinea il Papa- credi? Credi che sia possibile che un esattore si trasformi in un servitore? Pensi che sia possibile che un traditore diventi un amico? Pensi che sia possibile che il figlio di un falegname sia il Figlio di Dio? Il suo sguardo trasforma il nostro sguardo, il suo cuore trasforma il nostro cuore. Dio è Padre che vuole la salvezza di tutti i suoi figli".

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