Le ombre sulla morte del milionario pedofilo Jeffrey Epstein sono tante, così come gli interrogativi riguardo a come sia sfuggito alla giustizia per oltre vent’anni. Incriminato per aver fatto prostituire una minorenne, nel 2008 il finanziere di Coney Island viene arrestato e il vaso di Pandora si apre. Le autorità della Florida scoprono che Epstein ha abusato di tante ragazze, alcune delle quali bambine di meno di 13 anni.
Ma inspiegabilmente la polizia non riesce ad incastrarlo per i gravi reati di cui è sospettato.“Per l'intera durata delle indagini tutti sono restii a mandare Epstein in carcere”, si legge sul The Guardian, “e la polizia era sempre un passo indietro al suo bersaglio”. Quando la polizia arriva nella villa di Palm Beach del milionario non trova più nulla. Gli hard drive di sei computer sono stati portati via e mancano le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della casa. Una persona accusata dei suoi crimini avrebbe ricevuto una condanna di almeno 20 anni, data la gravità dei reati commessi. Ma Epstein se la caverà con 18 mesi di prigione e ottiene l’immunità per sé e i suoi assistenti.
Com'è riuscito un predatore sessuale del calibro di Epstein a cavarsela con così poco? È questa la domanda che la reporter del Miami Herald, Julie K. Brown, si è posta prima di iniziare ad investigare sui trascorsi del ricco finanziere. La giornalista rintraccia più di 80 vittime del pedofilo, le cui testimonianze verranno da lei raccolte per l’inchiesta pubblicata dal Miami Herald e grazie alla quale nel 2019 Jeffrey Epstein è stato arrestato. Intervistata dal Corriere Della Sera, la Brown ha espresso i suoi dubbi sul suicidio, dubbi che ha riportato in un capitolo del suo libro fresco di pubblicazione, “Perversion of Justice”.
“Le autorità non hanno mai reso pubbliche le prove che dicono di avere”, ha affermato la reporter al Corriere, continuando: “Il fratello Mark Epstein e il patologo forense che fece l’autopsia per la famiglia non ci credono. Sono accadute diverse cose sospette: il cadavere è stato rimosso subito, anche se tutti sanno che non va alterata la scena del crimine, di cui peraltro non sono state scattate foto”. La Brown solleva poi altre due anomalie relative al giorno della morte di Epstein: "Era in cella con uno spacciatore che proprio quella notte fu inspiegabilmente trasferito", dichiara la reporter. E ancora: "I due guardiani che dovevano monitorarlo si sarebbero addormentati, contemporaneamente. Non c’era alcun biglietto d’addio".
Un’altra incongruenza con la versione ufficiale fu riscontrata dal medico che effettuò l’autopsia sul cadavere del finanziere per conto dei familiari. Il collo di Epstein presentava diverse ossa rotte, come se fosse stato strangolato.“Un pedofilo è nel gradino più basso della gerarchia in carcere, ma lui era ricco", afferma la Brown al quotidiano. "Puoi pagare un detenuto per ucciderne un altro. E c’erano molte persone che lo volevano morto. Non significa necessariamente che sia stato assassinato, ma ci sono troppe domande cui le autorità non hanno risposto”.
L’inviata del Corriere pone poi l’attenzione sul materiale video che Epstein era solito registrate per ricattare i suoi facoltosi e influenti ospiti, che di sicuro non dormono sonni tranquilli. “C’erano sicuramente telecamere, e c’era chi faceva sesso con le ragazze in quella casa", sostiene la giornalista. "Se anche non sono state registrate, di certo le persone coinvolte sono preoccupate”. Per la Brown il suicidio di Epstein sarebbe quindi “anomalo". I segreti che il milionario custodiva sono stati sotterrati con lui, ma la sua complice Ghislaine Maxwell è ora in prigione e potrebbe fornire materiale scottante su personaggi del calibro del principe Andrea d'Inghilterra.
Lunedì 8 agosto il principe Andrea è stato denunciato da una vittima di Epstein per abusi sessuali su minore. Jeffrey Epstein è morto, e come ha affermato Julie K.
Brown, i misteri sui suoi crimini potrebbero restare tali, ma le autorità dovranno fare il possibile per trovare tutti coloro che vennero coinvolti negli abusi perpetrati da Epstein e la sua complice, Ghislaine Maxwell. La Brown ne è convinta: “Non era opera di due sole persone”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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