Un passo indietro per salvare se stessa: Liz Truss ci ha ripensato, ha fatto dietrofront. A soli dieci giorni dal suo annuncio, la premier britannica ha annullato la misura economica che prevedeva l'eliminazione dell'aliquota del 45% per i redditi sopra 150mila sterline. Una mossa coraggiosa e controversa, accolta da alcuni come una svolta liberista e bollata da altri come un ingiusto favore ai super ricchi. Travolta dalle polemiche e dalle turbolenze finanziarie, alla fine l'inquilina di Downing Street ha scelto di fare retromarcia insieme al suo ministro delle Finanze, Kwasi Kwarteng.
Il dietrofront di Liz Truss
"Abbiamo capito e abbiamo ascoltato", ha così scritto su Twitter la premier britannica, riferendosi proprio al piano di rilancio dell'economia che prevedeva inizialmente un taglio delle imposte anche per i redditi più alti. "L'abolizione dell'aliquota del 45% ha distolto l'attenzione dalla nostra missione di mettere in moto il nostro Paese. Ora il nostro obiettivo è costruire un'economia ad alta crescita che finanzi servizi pubblici di livello mondiale, che aumenti i salari e crei opportunità in tutto il Paese", ha continuato l'erede di Boris Johnson, rilanciando sui social un analogo messaggio del ministro Kwarteng.
We get it and we have listened.
— Liz Truss (@trussliz) October 3, 2022
The abolition of the 45pc rate had become a distraction from our mission to get Britain moving.
Our focus now is on building a high growth economy that funds world-class public services, boosts wages, and creates opportunities across the country. https://t.co/ee4ZFc7Aes
Le tensioni politiche
Truss è così tornata sui propri passi, annullando una delle misure più emblematiche del suo piano anti-crisi. Per lei, una sconfitta politica. Presentato come il più grande pacchetto di tagli fiscali dal 1972, ora quel pacchetto rimarrà valido nel suo impianto generale ma senza il nodo che rischiava di innescare tensioni fatali per la tenuta del governo. Già a poche ore dalla sua divulgazione, infatti, il piano era stato accolto con freddezza dai mercati finanziari e aveva provato fratture anche all'interno dello stesso partito conservatore. Proprio ieri, 2 ottobre, durante il congresso annuale dei Tory il tema era diventato oggetto di aperte divergenze.
A quelle voci si sono aggiunte quelle, già critiche sin da principio, dell'opposizione. La scelta "arriva troppo tardi per le famiglie che pagheranno mutui più alti e a prezzi maggiori per i prossimi anni", ha affermato la cancelliera ombra dello Scacchiere, l'esponente laborista Rachel Reeves, lanciandosi all'attacco: "I Conservatori hanno distrutto la loro credibilità economica e danneggiato la fiducia nell'economia britannica".
La reazione dei mercati
L'umiliante retromarcia di Liz Truss, tuttavia, ha perlomeno avuto un contraccolpo positivo sul fronte finanziario. Dopo il ripensamento della premier britannica, infatti, la sterlina e i Gilt (i titoli di Stato britannici) hanno ripreso quota dai minimi dei giorni scorsi. Il pound ha recuperato lo 0,5% e si è attestato a 1,121 sul dollaro, ritornando ai livelli a cui era scambiato prima dell'annuncio del controverso bilancio da 45 miliardi di sterline.
I Gilt hanno invece visto il rendimento dei titoli a 10 anni scendere di 0,18 punti percentuali al 3,92%, valore che comunque resta nettamente al di sopra del 3,5% registrato prima della presentazione del mini-bilancio di Kwarteng.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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