Una dichiarazione dal peso specifico non indifferente, contenuta in un comunicato del ministero degli Esteri russo e che non arriva prima del quarto paragrafo. "Riaffermiamo il nostri impegno ai principi approvati dalle Nazioni Unite per un accordo israelo-palestinese, che include lo status di Gerusalemme Est come capitale del futuro Stato palestinese", vi si legge. Ma sono le parole successive a costituire una prima. "Allo stesso tempo dobbiamo affermare che in questo contesto vediamo Gerusalemme Ovest come la capitale di Israele".
Una prima non assoluta, perché già lo Stato del Costa Rica aveva già riconosciuto in passato Gerusalemme come capitale di Israele, per poi spostare la propria ambasciata a Tel Aviv, ma una presa di posizione che ha un peso specifico ben differente quando arriva dalla Russia, che incide notevolmente di più sullo scacchiere internazionale e attorno a cui orbitano molti altri Paesi.
Una dichiarazione che arriva, peraltro, dopo che già la campagna elettorale per le presidenziali statunitensi aveva rimesso in campo il tema, con Donald Trump, allora solo candidato, che aveva promesso di spostare a Gerusalemme l'ambasciata americana, gesto che di fatto ne riconoscerebbe lo status e che romperebbe con una consolidata tradizione per cui le rappresentanze degli altri Stati hanno sede a Tel Aviv.
Non è chiaro come sarà accolta in Israele la definizione di "Gerusalemme Ovest" come capitale.
"Stiamo studiando la questione", ha commentato il portavoce degli Esteri, Emmanuel Nahshon. E secondo il quotidiano Times of Israel è da considerare anche il contesto della dichiarazione dei russi: la riaffermazione dell'impegno per un accordo che al momento è ben lontano con la controparte palestinese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.