Il Washington Post: "Russiagate, coinvolto alto funzionario della Casa Bianca"

L’inchiesta dell’Fbi sul Russiagate ha raggiunto la Casa Bianca, secondo quanto rivela il Washington Post. Nell'inchiesta sarebbe coinvolto un consigliere del presidente. Il Nyt cita le parole di Trump: "Ho appena licenziato il capo dell'Fbi, era pazzo"

Il Washington Post: "Russiagate, coinvolto alto funzionario della Casa Bianca"

Ancora turbolenze negli Stati Uniti, con la stampa che va all'attacco del presidente rivelando che nell'inchiesta sul Russiagate sarebbe coinvolto anche un alto esponente della Casa Bianca. Secondo quanto rivela il Washington Post l'Fbi starebbe verificando la posizione di un attuale stretto consigliere del presidente, molto vicino a Trump. Sino ad ora le indagini sulle presunte ingerenze russe sulle ultime elezioni presidenziali e i contatti tra membri dello staff di Trump e funzionari di Mosca, avevano riguardato solo ex membri dello staff della campagna elettorale, ma nessuno che avesse seguito il tycoon alla Casa Bianca. Ora, invece, ci sarebbe un consigliere nel mirino del Bureau. Prova, questa, che il caso starebbe raggiungendo i più alti livelli del governo americano. Con tutte le ripercussioni del caso.

Interessante anche quanto scrive il New York Times. Trump avrebbe rivelato ai funzionari russi alla Casa Bianca che il licenziamento del direttore dell'Fbi James Comey ha alleggerito "la grande pressione" che il presidente stava affrontando. "Ho appena licenziato il capo dell'Fbi, era pazzo", avrebbe detto Trump secondo il Times, che ha citato un documento letto da un ufficiale americano. "Mi sono trovato di fronte a una grande pressione a causa della Russia", avrebbe aggiunto il presidente.

Secca (e inevitabile) la smentita della Casa Bianca, tramite il portavoce Sean Spicer: "Mettendo in mostra e politicizzando l’indagine sulle azioni della Russia, James Comey aveva creato una pressione non necessaria sulla nostra capacità di impegnarci e negoziare con la Russia". Trump ha ricevuto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavorv e l’ambasciatore Serghey Kislyak lo scorso 10 maggio, il giorno dopo aver licenziato in tronco Comey. "L’indagine sarebbe comunque andata avanti", ha aggiunto Spicer. Non ha negato, quindi, l’indiscrezione del Nyt, basata su resoconti dell’incontro con i russi. "Ancora una volta la vera storia - ha osservato il portavoce - è il fatto che la sicurezza nazionale sia stata minata dalla diffusione di notizie su conversazioni private e altamente classificate".

Primo viaggio di Trump all'estero

Nel pieno della bufera mediatica Trump è partito per la sua prima missione internazionale da presidente, che lo vedrà impegnato fino al prossimo 27 maggio. Si lascia alle spalle la settimana più burrascosa da quando è alla Casa Bianca, con uno scontro politico-istituzionale senza precedenti, culminato con la nomina di un procuratore speciale per indagare sul Russiagate, ovvero sui suoi presunti legami con il Cremlino.

La prima tappa è in Arabia Saudita, poi in Israele, dunque a Roma dove incontrerà Papa Francesco e il presidente Sergio Mattarella. Seguirà Bruxelles per il summit della Nato e infine a Taormina per il G7. La first lady Melania lo accompagnerà per tutto il viaggio.

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