La Camera dei rappresentanti del Congresso americano ha rispedito al mittente la richiesta di Barack Obama, che chiedeva un mandato per accelerare la chiusura della Trans-Pacific Partnership (Tpp), l’accordo commerciale con i Paesi dell’area del Pacifico. Uno "schiaffo" per il presidente Usa su una delle priorità assolute del suo secondo mandato. L’accordo con l’Asia Pacifico precede il trattato che gli Usa stanno negoziando con la Ue (Ttip).
Il presidente era andato al Congresso per incontrare i democratici della Camera, per un appello dell'ultimo minuto a favore degli accordi commerciali e della misura che gli avrebbe conferito l'autorità di "fast-track", con cui negoziare gli accordi e poi andare al Congresso solo per l'approvazione. Obama insieme alla leader democratica alla Camera Nancy Pelosi ha incontrato, a porte chiuse, i democratici. Quando ne è uscito, dopo 35 minuti, non ha fatto accenno a eventuali progressi ma era sorridente e ha detto: "Non penso che nulla sia mai immobile, tutto si muove sempre". Poi, però, è arrivata la doccia fredda. Niente da fare. Due erano i voti previsti alla Camera, collegati tra loro: uno sulla legge che dava aiuti ai lavoratori americani penalizzati dagli accordi commerciali, l’altro sulla cosiddetta "fast track", per dare ad Obama i poteri necessari a concludere rapidamente i negoziati sul Tpp . Avendo la Camera bocciato il primo testo, di fatto ha reso simbolica la seconda votazione. La misura sul fast-track ha ricevuto l'appoggio di 219 deputati e il no di 211, ma il voto era di fatto inutile e la legge resta in stallo.
La bocciatura è arrivata per una lite tutta interna al Congresso. Sono stati i democratici a far saltare il tavolo, votando contro il Trade Adjustment Assistance, una misura tesa a fornire aiuto e riqualificazione professionale ai lavoratori che perdono il lavoro a causa degli accordi commerciali. La sua bocciatura ha fatto deragliare anche il voto del fast track. Da qui, dopo gli appelli della Casa Bianca ai democratici a non votare contro una misura da loro - e non dai repubblicani - sempre
sostenuta, oggi l'ultima mossa di Obama per convincere direttamente i deputati ribelli.
Nancy Pelosi non si era pronunciata sul voto, aprendo così le porte all’opposizione dell’ala più liberal. Anche gli altri leader democratici alla Camera non si erano sbilanciati, a conferma di una posizione generalizzata dei democratici di perplessità verso la
concessione del fast track per i negoziati di accordi, in particolare il Tpp, che vengono considerati troppo in favore delle multinazionali e troppo rischiosi per i lavoratori americani.
Gli accordi di libero scambio tradizionalmente non sono graditi dai sindacati, importante base elettorale (e fonte di finanziamento) dei democratici in vista delle elezioni del 2016.
È stato infatti fatto notare nelle scorse settimane, quando la lotta sul fast track infuriava al Senato, come la stessa Hillary Clinton, grande sostenitrice del Ttp quando era al dipartimento di Stato, si è tenuta cautamente lontana dalla polemica.
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