La guerra tra Russia e Ucraina, lo sappiamo bene, non è un affare che riguarda soltanto Putin e Zelensky. A macchia d'olio, giorno dopo giorno, il conflitto si allarga a Paesi e Stati più o meno vicini sotto svariati punti di vista (alimentare, gas, petrolio, rapporti). Ecco perché, dopo quasi un mese del conflitto, il Kosovo ha sia timore di Putin ma anche del suo "corrispettivo" serbo, il presidente Aleksandar Vucic, consiederato una "marionetta del Cremlino" dal primo ministro kosovaro Albin Kurti. In un'intervista a Repubblica, sottolinea che Vucic "imita la Russia pur non essendolo". Da qui, la preoccupazione che Putin possa "replicare il modello" Ucraina anche sui Balcani potendo contare sull'appoggio fondamentale della nazione più forte.
I "piani" di Putin
I numerosi crimini di guerra commessi dai serbi durante le guerre jugoslave tornano prepotentemente nella memoria del primo ministro Kurti, che al quotidiano italiano fa un paragone calzante: l'ex Urss si è trasformata "in un polpo con la Federazione russa al centro e i suoi tentacoli: Donbass, Crimea, Transnistria, Ossezia del sud... ". L'ex Jugoslavia, invece, si può paragonare a un polpo più piccolo con "la Serbia al centro, l'entità serba in Bosnia, un'entità serba in Montenegro che non ne riconosce l'indipendenza e strutture illegali nel nord Kosovo". Nei piani di Putin, adesso, visto il mancato "blitzkrieg" (guerra lampo) in Ucraina, potrebbe esserci il desiderio di espandersi e i "Balcani occidentali sono una regione in cui può tentare di farlo. E può usare armi chimiche come ha già fatto in Siria", sottolinea Kurti.
Serbia come la Russia?
Il Kosovo non fa parte della Nato ma mentalmente sì: ha subito condannato l'invasione russa ma senza esserne sorpresi. L'intenzione del Paese è quello di fare un passo in avanti verso la partnership nel Programma Nato per la pace, considerata "cruciale" per la sicurezza dell'area e "contiamo nell'aiuto dell'Italia". E adesso entra in campo la Serbia, la "piccola" Russia, che riceve il petrolio a un prezzo stracciato a patto di essere nelle mani del Cremlino. Putin ordina, Vucic esegue. "Lo scorso anno il Kosovo ha partecipato con 350 soldati alla più grande esercitazione Nato, la Defender Europe 2021. La Serbia invece partecipava con Russia e Bielorussia allo 'Scudo slavo'", racconta il primo ministro del Kosovo. Alcuni elementi creano preoccupazione e possono far "prevedere" il futuro: la Serbia spende il 2,9% del Pil nelle forze armate con un badget aumentato del 70% dal 2015 al 2021; i serbi, poi, possono contare nei "regali" di Bielorussia e Russia di ben 40 Mig, velivoli militari russi oltre a svariati carri armati e blindati e il sistema russo di difesa aerea. Se tre indizi fanno una prova, qui ce ne sono molteplici che dimostrano come Putin possa sempre contare sul suo corrispettivo serbo in caso di necessità.
"Perché siamo preoccupati"
Il Kosovo è accusato di trattare la minoranza serba come gli ucraini trattavano i filorussi nel Donbass. "Il presidente Putin ama mistificare l'intervento Nato per giustificare l'egemonia russa", afferma Albin Kurti, specificando di aver avuto le elezioni in Kosovo e un referendum durante l'occupazione serba "ma i referendum in Crimea e Donbass erano molto diversi: le urne erano in mano ai soldati russi armati. Poi c'è stato l'Onu, e la Corte internazionale ha chiarito che l'indipendenza non viola la legge internazionale". Putin non tratta con Zelensky ma con Biden perché vorrebbe ricreare "una nuova Yalta", aggiunge.
Il desiderio di onnipotenza del presidente russo è anche quello di voler riscrivere riscrivere la storia e "pensa di esserne all'altezza. La guerra in Ucraina, dove non sta ottenendo grandi risultati, non gli basterà: dovrà espanderla, se vuole trattare con Biden. Ecco perché siamo preoccupati", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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