È una scelta in controtendenza quella che arriva da Vienna, che ha deciso di non unirsi ai Paesi europei che oggi hanno annunciato misure contro Mosca, cacciando dal territorio nazionale alcuni dei diplomatici russi presenti. Al numero di Paesi che si sono mossi nell'ultimo capitolo della crisi nata con l'avvelenamento dell'ex spia del Kgp Serghei Skripal e della figlia Yulia, si è unita anche l'Italia, ma non l'Austria.
"Sosteniamo la decisione di richiamare l’ambasciatore dell’Unione europea, ma non prenderemo alcuna misure a a livello nazionale", hanno comunicato in una dichiarazione congiunta il cancelliere Sebastian Kurz e il ministro degli Esteri Karin Kneissl.
Le autorità hanno aggiunto di voler "mantenere aperti i canali di comunicazione verso la Russia", partendo dal presupposto che l'Austria è "un Paese neutrale e si considera un costruttore di ponti tra Oriente e Occidente". Intanto la Russia ha già annunciato misure di reciprocità.
Secondo calcoli dell'Afp saranno in tutto trenta i diplomatici che dovranno lasciare i Paesi europei, ma di questi non fa parte l'Austria, che pur
essendo membro dell'Unione Europea non è però tra le nazioni che costituiscono la Nato. Tra gli alleati anche la Turchia, da tempo vicina a Putin, ha annunciato di non avere in programma alcun tipo di misura contro la Russia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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