Spunta la "mappa della spartizione": cosa vuole davvero lo Zar

Putin vuole ridisegnare i confini ucraini a suon di conquiste: eccome come sarebbe la nuova mappa geografica

Spunta la "mappa della spartizione": cosa vuole davvero lo Zar

Cosa succederà se lo Zar conquisterà il Donbass? Sarà finalmente parte del territorio russo come Vladimir Putin tenta di fare da ormai alcuni anni a questa parte? Non lo sappiamo con certezza ma il presidente russo ha già "disegnato" una sua mappa ideale come fosse già vincitore, vittorioso, come è trapelato nei giorni scorsi da alcuni siti russi. Il 9 maggio dovrà presentare qualcosa di concreto durante le celebrazioni moscovite del famoso "Giorno della Vittoria" in cui i russi ebbero la meglio sui tedeschi nazisti. Ma quella era un'altra storia.

Ecco la mappa di Putin

L'attuale storia, invece, è diversa: si tratta di una conquista che non ha praticamente alcun merito ma deve arrivare per fini e scopi personali, per lasciare un segno prima del suo inevitabile declino politico e anagrafico. E allora ecco la nuova mappa della Russia ridisegnata idealmente a uso e consumo di Putin: all'Ucrainia rimarrebbero le aree occidentali mentre le zone più a ovest e quelle a sud dovrebbero avere i colori orizzontali bianco, blu e russo della Federazione Russa. Come ricorda La Stampa, questa cartina somiglia a quella della "Novorossja", una confederazione "dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk e Repubblica popolare di Luhansk nell'Ucraina orientale", tutte e due controllate dai separatisti filo-russi. In pratica, sono i territori che confinano con il Mar Nero da sempre cari allo Zar.

L'ossessione Crimea

Corsi e ricorsi storici, l'imperatrice Caterina "la Grande", già nel Settecento voleva ricostruire l'impero bizantino. Le città dell'attuale teatro di guerra quali Cherson e Odessa, per esempio, dovettero assumere le sembianze degli stili neoclassici e rococò secondo il volere della sovrana. "Putin rilegge la storia russa con la prolissa teologia che considera la Stato centralizzato come valore primo e assoluto e quindi è già una forma di nazionalismo", scrivono gli esperti sul quotidiano. La Crimea, da sempre, è una sorta di "ossessione" russa dopo l'umiliazione subìta negli anni scorsi. Senza di quella, comunque, lo Zar non sarà in pace con se stesso. "Senza Crimea e Donbass accordo impossibile", ha dichiarato pochi giorni fa durante l'incontro con Guterres.

Il progetto di spartizione

"Se l'Ucraina non sarà denazificata e demilitarizzata fino in fondo, questa Operazione militare speciale verrà ricordata come un fallimento. Bisogna solo andare avanti", ha dichiarato al Corriere della Sera Dmitry Rodionov, direttore del Centro di ricerche geopolitiche dell'Istituto dello Sviluppo innovativo che realizza studi e analisi perl ministero della Difesa di Mosca. "Mesi fa noi abbiamo ricevuto il compito di studiare diversi progetti teorici di spartizione dell'Ucraina. Ma il primo, ovvero la semplice liberazione del Donbass, ormai è superato dagli eventi e dall'ostinazione del regime di Kiev nel procrastinare la resa", afferma, aggiungendo che "l'Ucraina del sud deve rientrare in uno spazio russo, vedremo poi con che formula. La parte occidentale del Paese va lasciata al suo destino".

Insomma, la strada è tracciata: Putin non si arrenderà fin quando non otterrà quello che

vuole. Altro che 9 maggio, ossia tra otti giorni come deadline per finire il conflitto. La guerra sarà lunga, o comunque non breve. Tante cose dovranno cambiare e tanti "attori" protagonisti dovranno ancora dire la loro.

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