Il teorema di Raul Castro si spiega in modo semplice: a Cuba non esistono prigionieri politici e non esistono neanche dissidenti. Questi in realtà sono solo dei "mercenari" al soldo delle potenze straniere. E per questo, visto che tramano contro lo Stato, meritano di stare nelle patreie galere o, nella migliore delle ipotesi, fuori da Cuba. Nell'incontro di ieri tra Obama e Castro, al Palazzo della Rivoluzione, il leader cubano si è innervosito molto dopo la domanda di un giornalista, che gli chiedeva conto dei prigionieri politici: "Datemi una lista di prigionieri politici - ha detto - e saranno tutti liberi entro stasera". Per tutta risposta il giornale web DiariodeCuba pubblica una mappa con i nomi e luoghi dove sono rinchiusi 72 prigionieri politici registrati dalla Commissione cubana per i diritti umani (Cdhrn) di Elizardo Sanchez, organizzazione non riconosciuta dalle autorità.
Oggi Obama incontrerà alcuni rappresentanti della dissidenza anticastrista. Sulla stampa ufficiale cubana (l’unica autorizzata a circolare liberamente nell’isola) non se ne parla. L’agenzia ufficiale Prensa Latina, in base a un comunicato del ministero cubano degli Esteri, informa solo che oggi Obama pronuncerà un atteso discorso - trasmesso in diretta tv - nel Grande Teatro dell’Avana ed andrà poi a vedere una partita amichevole di baseball all’Estadio Latinoamericano.
L’agenda ufficiale diffusa dalla segreteria di stampa della Casa Bianca, invece, segnala che fra il primo e il secondo di questi appuntamenti, Obama parteciperà ad un incontro con "dissidenti e membri della società civile" nella sede dell’ambasciata americana. Il governo cubano non ammette l’esistenza di un’opposizione, e denuncia che i dissidenti sono in realtà- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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