Sudafrica, emesso un mandato d'arresto per l'ex presidente Zuma

L'ordine è arrivato perché l'ex capo di Stato, accusato di corruzione, non si è presentato in aula. I legali avrebbero giustificato la sua assenza per problemi di salute, ma i giudici non hanno accolto l'istanza

Sudafrica, emesso un mandato d'arresto per l'ex presidente Zuma

L'Alta corte di Pietermaritzburg, in Sudafrica, ha emesso un mandato d'arresto nei confronti dell'ex presidente del Paese, Jacob Zuma, accusato di corruzione nell'ambito di un caso in cui è coinvolto anche il gruppo di difesa francese Thales, per non essersi presentato in aula, questa mattina. A riferirlo è stata l'emittente sudafricana eNca, secondo cui la citazione è stata emessa dal giudice Dhaya Pillay su richiesta del procuratore, Billy Downer.

La storia processuale

L'avvocato dell'ex presidente, Dan Mantsha, ha motivato l'assenza di Zuma per motivi di salute, ma la giustificazione non sarebbe stata accolta dal giudice. Il mandato di cattura entrerà in vigore il prossimo 6 maggio e già nel novembre scorso, l'Alta corte di Pietermaritzburg aveva respinto la richiesta dell'ex presidente di fare appello contro la sentenza della Corte suprema, in base alla quale sarebbero dovuto andare a processo.

La tangente sospetta

L'Alta corte di Pietermaritzburg, infatti, già in passato, aveva respinto la richiesta degli avvocati di Zuma, che chiedevano di archiviare il processo. L'ex capo di Stato, che ha sempre respinto le accuse nei suoi confronti, è sospettato di aver ricevuto nel 1999 circa 260mila euro in tangenti dal gruppo Thales, nel quadro di un accordo di vendita di armi alla Marina sudafricana del valore di quattro miliardi di euro.

L'assenza per motivi di salute

Secondo quanto riportato da Il Post, l'ex presidente sostiene di essere malato e in base a quanto riportato da alcuni giornali si troverebbe a Cuba per farsi curare, ma non sarebbero stati diffusi dettagli sulle sue condizioni di salute. I procuratori che si occupano di questa vicenda giudiziaria avrebbero anche chiesto di avere accesso alla cartella clinica di Zuma, come prova delle sue condizioni.

La difesa: "Processo politico"

Fin dall'inizio, i legali di Zuma hanno sostenuto la tesi del "processo politico", chiedendo da tempo ai magistrati di chiudere il procedimento. "Non ci sono prove che la decisione di perseguire Zuma sia stata motivata dalla politica", ha fatto sapere, di recente, il pubblico ministero Wim Trengrove, nel respingere le "teorie di cospirazione e complotto" avanzate dalla difesa dell'ex presidente.

La "caccia alle streghe"

Per il magistrato, infatti, si tratterebbeo di argomenti "infondati", che devono essere respinti, mentre le accuse a carico di Zuma sarebbero "molto pesanti e, per questo motivo, l'imputato deve essere "trattato come gli altri".

Dopo la sentenza della procura, l'ex capo di Stato era tornato a denunciare una "caccia alle streghe" ai suoi danni, tenendo un comizio davanti all'Alta corte di Pietermaritzburg. Zuma, salito al potere nel 2009 e rieletto nel 2014, era stato costretto alle dimissioni nel febbraio del 2018, in seguito alle diverse (e numerose) accuse di corruzione nei suoi confronti.

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