L’Isis colpisce ancora. Stavolta il bersaglio dell’attacco di questa mattina a Tripoli, capitale della Libia, è stato l’hotel di lusso Corinthia. Un'autobomba è esplosa nel parcheggio dell’albergo provocando la morte di nove persone: tre guardie libiche e cinque stranieri (tra cui un americano), un altro libico, preso in ostaggio dai terroristi. Lo riferiscono fonti locali della sicurezza. Questa la dinamica dell'attentato: prima una bomba è esplosa nel parcheggio dell'albergo intorno alle 10 ora locale, poi uomini armati hanno fatto irruzione nell'hotel. Dopo circa quattro ore di scontro a fuoco, quattro degli attentatori si sono fatti esplodere al 21esimo piano del Corinthia, dopo essersi resi conto di non avere più scampo. Lo riferiscono fonti della sicurezza libica citate dal sito libico el Wasat.
L'attacco, scrive il libanese Daily Star, è stato rivendicato dalla "filiale" locale di Isis, il cosiddetto Califfato di Derna, come reazione alla morte, avvenuta il 3 gennaio scorso, di Al Libi, leader di al Qaeda e mente degli attentati alle ambasciate americane in Africa negli anni Novanta.
Il lussuoso hotel, di proprietà di un cittadino maltese, è stato immediatamente evacuato e il governo della Valletta ha deciso di attivare un'unità di crisi. Al Corinthia, albergo molto frequentato da politici e diplomatici, risiede abitualmete il premier islamista, Omar al Hasi (non risconosciuto dalla comunità internazionale a differenza di al Thani) ma al momento non è chiaro se si trovasse nell'albergo al momento dell'attacco. Secondi l'emittente al-Nabaa con sede a Tripoli, all'interno dell'albergo si trovavano "funzionari di alto livello".
L'attentato è avvenuto mentre sono in corso a Ginevra colloqui di pace sotto egida Onu tra delegazioni del governo internazionalmente riconosciuto del premier Abdullah al Thani e rappresentanti di parte delle forze islamiste che controllano la Tripolitania e minacciano la Cirenaica. E parole di condanna dell'attentato arrivano da l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini: "L'attacco all'hotel Corinthia è un altro atto riprovevole di terrorismo che porta un duro colpo agli sforzi per portare pace e stabilità in Libia".
Il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, ha detto che l'attentato di questa mattina a Tripoli rappresenta "un tentativo di boicottare, danneggiare, influenzare negativamente gli sforzi in corso a Ginevra per riconciliare le parti in conflitto in Libia". "Il governo italiano segue molto da vicino" le vicende di queste ore ed "esprime la propria solidarietà alle vittime", ha confermato Gentiloni. "Il tentativo di intimidazione del dialogo" ha concluso il ministro, "non passerà e non sarà ostacolato dal terrorismo".
Riguardo la situazione dell'ambasciata italiana a Tripoli, che resta l'unica rappresentanza diplomatica ancora attiva in Libia, il ministro Gentiloni ha detto che è in corso un'operazione di monitaraggio "con i responsabili della sicurezza, dell'intelligence, dell'Unità di crisi le condizioni di sicurezza a Tripoli".
"Sono decisioni che si prendono quando maturano alcune situazioni nuove, se prenderemo decisioni nuove rispetto alla situazione attuale le comunicheremo", ha aggiunto il ministro, assicurando che "anche in questi minuti, in queste ore teniamo la situazione sotto controllo".
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