Non sono bastati i tentativi di sanare la crisi che da tempo divide Turchia e Olanda, che con oggi ha deciso di ritirare formalmente il suo ambasciatore ad Istanbul e di mettere in pausa negoziati che al momento "non offrono sufficienti prospettive per un accordo".
L'ambasciatore non si vedeva ad Ankara già da prima di marzo, quando in piena campagna per il referendum costituzionale si era creata una faglia che aveva reso complicate le relazioni. La frattura si era aperta quando il governo di Mark Rutte aveva vietato all'aereo del ministro degli Esteri di Erdogan di atterrare sul suolo olandese, per un comizio a Rotterdam in cui Çavuşoğlu intendeva rivolgersi ai cittadini di origini turche, impegnato in un tour de force che lo aveva portato tra le proteste anche in Austria e Germania.
Con la prospettiva delle urne alle porte e intenzionato a non cedere un solo voto alla destra di Rutte con una decisione facilmente manipolabile, il governo olandese aveva rimandato indietro l'inviato di Ankara e scortato fuori dal Paese il ministro della Famiglia, Fatma Betül Sayan Kaya, che aveva giurato di arrivare in Olanda via terra, per prendere il posto del collega.
Tra accuse di "nazismo" rivolte da Erdogan a tedeschi e olandesi, le autorità turche avevano fatto capire senza troppi mezzi termini che l'ambasciatore dell'Aja, che in quel momento si trovava in vacanza, non sarebbe stato il benvenuto al suo ritorno.
Parole non solo chiare, ma di particolare rilievo, perché rivolte al Paese che maggiormente contribuisce agli investimenti diretti dall'estero in Turchia.
La scelta di interrompere i contatti arriva mentre Erdogan si trova a Roma, impegnato in una visita che lo ha portato prima in Vaticano, per discutere della questione di Gerusalemme, ma anche della situazione della piccola comunità cattolica anatolica e poi faccia a faccia con le autorità italiane, non senza critiche arrivate dalla comunità curda, ma anche da stampa e politica.Come misura di reciprocità l'Olanda ha spiegato che non accetterà che un nuovo ambasciatore assuma le sue funzioni all'Aja fino a che non si faranno passi avanti.
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