Erdogan a Roma tra le proteste vede il Papa e le autorità

Il presidente turco a Roma tra proteste e misure di sicurezza imponenti

Erdogan a Roma tra le proteste vede il Papa e le autorità

È arrivato in Vaticano insieme alla moglie Emine, scortato da un corteo imponente attraverso una Roma blindata per l'occasione il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che oggi è atteso da papa Francesco per un'udienza che se da un lato è un'occasione storica, dall'altro sollevo una pletora di polemiche, tanto dal mondo della politica quanto dagli attivisti curdi.

Con un'operazione militare ancora in corso nel cantone di Afrin e centinaia di arresti per chi si oppone all'attacco contro il cantone curdo nel nord della Siria, dal 2012 nelle mani delle milizie vicine al Pkk, il clima è teso e non solo in Turchia. Non a caso già ieri otto persone sono state denunciate a Torino, un 30enne di origini curde e alcuni anarchici al centro di un blitz nella chiesa di San Tommaso, dove hanno esposto uno striscione sull'altare, rovesciando un liquido rosso a simboleggiare il sangue versato durante l'operazione "Ramo d'ulivo", scattata lo scorso 20 gennaio.

Faccia a faccia con il Papa

Il Vaticano è la prima tappa della visita romana di Erdogan, primo capo di Stato turco a vedere il Papa dal 1960, quando arrivò a Roma Celal Bayar. Un colloquio di 50 minuti nel palazzo Apostolico, preceduto dalla consegna di alcuni doni: delle ceramiche di Iznik, l'antica Nicea, e un poema del mistico sufi Rumi.

Nel corso dell'incontro non ha trovato spazio solo la questione di Gerusalemme, che vede il presidente turco in prima linea tra quanti condannano la scelta americana di riconoscerla come capitale di Israele, ma anche l'immigrazione e la situazione della piccola comunità cattolica dell'Anatolia.

Al termine il Pontefice si è diretto verso un incontro con i presuli della comunità caldea, tra i quali anche François Yakan, amministratore patriarcale di Diarbakir, città nella Turchia orientale a maggioranza curda, mentre Erdogan ha visto il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin.

Proteste e scontri

A Castel Sant'Angelo alcuni attimi di tensione, quando la polizia in tenuta antisommossa ha risposto al tentativo di alcune persone di origini curde di raggiungere il Vaticano. Alla protesta nei giardini ha preso parte non solo la comunità della diaspora, ma anche una delegazione di giornalisti legati ad Articolo 21, che si è espressa duramente alla vigilia della visita, e alla Federazione nazionale della stampa (Fnsi).

"Il governo italiano non deve stringere le mani di Erdogan, sporche di sangue degli innocenti", ha dichiarato all'Agi Ozlem Tanrikulum, presidente dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia.

Gli incontri istituzionali

Già in serata il leader turco tornerà in patria, ma intanto

ha visto il presidente Mattarella per un pranzo di lavoro, insieme al ministro degli Affari Esteri, Angelino Alfano, per poi spostarsi a Palazzo Chigi, dove è stato accolto con un picchetto d'onore dal premier Gentiloni.

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