Montagne di computer e telefonini In Lombardia è record di raccolta

Vecchi elettrodomestici, computer dismessi, cellulari fuori uso: la Lombardia è al top nella raccolta. Lo stabilisce il rapporto annuale stilato dal Centro di coordinamento Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche); un organo che ha il compito di garantire condizioni di recupero omogenee in tutta Italia e che è costituito dai 15 sistemi collettivi (in pratica le principali aziende consortili) che gestiscono la raccolta differenziata di questi rifiuti su scala nazionale. E così si scopre che nel 2009 in Lombardia sono stati raccolti circa 38 milioni di chili di manufatti tra vecchi frigo, climatizzatori, congelatori, lavatrici e lavastoviglie, Tv a tubo catodico e a schermo piatto, monitor, unità centrali di personal computer insieme a mouse, tastiere, stampanti, telefonini e lampadine. Si tratta di una quantità impressionante di rifiuti tecnologici, destinata comunque ad aumentare poiché, dallo scorso 19 maggio, è entrato in vigore il cosiddetto decreto «Uno contro uno» che obbliga il negoziante a ritirare il vecchio elettrodomestico nel momento in cui ne consegna uno nuovo all’acquirente. «Questa possibilità di conferimento - dicono i tecnici - darà un’ulteriore spinta alla raccolta di vecchi elettrodomestici, con grandi vantaggi dal punto di vista ambientale». Un esempio? Prima dell'entrata in vigore di questo dispositivo, a Milano nel solo 2009 sono state abbandonate per strada circa 3 mila tonnellate di apparecchi fuori uso tra frigo, condizionatori, forni, lavatrici e lavastoviglie. Il dato è dell’Amsa, Azienda milanese per i servizi ambientali.
Ma torniamo alle cifre regionali. In Lombardia sono attualmente 745 i centri di raccolta e smistamento e complessivamente servono 1334 comuni: «Un dato - proseguono al Centro di coordinamento nazionale - che fa della Lombardia la regione più attrezzata d'Italia». Infatti su una popolazione complessiva di 9.742.676 abitanti, la percentuale della popolazione servita è stata pari al 99,7 per cento con una quantità media di rifiuti elettrici ed elettronici conferiti pari a 3,89 chili pro-capite. Appena al di sotto dell'obiettivo posto dalla legge in materia per il 2009 che era di quattro chili. E comunque di circa mezzo chilo superiore alla media nazionale. Merito anche, dicono i tecnici, del passaggio di competenze nel trattamento di questi rifiuti dai Comuni (che però restano i gestori dei centri di raccolta) ai produttori che dal luglio 2008 se ne fanno carico attraverso i 15 sistemi collettivi. Il risultato è che a livello nazionale la raccolta è risultata triplicata rispetto all'anno precedente.
Qualche curiosità: la provincia di Bergamo, con 152 isole ecologiche, supera la provincia di Milano a quota 127. Lecco ha una sola ricicleria (Como ne ha 51) mentre Sondrio ne ha cinque. Il numero di centri di raccolta nelle altre province va dai 119 di Brescia, ai 62 di Mantova, ai 60 di Cremona, ai 59 di Varese, ai 46 di Monza-Brianza, ai 32 di Lodi e, infine, ai 31 di Pavia. Milano è la provincia dove si raccolgono più rifiuti tecnologici: quasi 11 milioni di chili nel 2009, con circa 100 mila chili di soli telefonini. Seguono Varese con quasi 4 milioni e mezzo di chili, Bergamo con poco più di quattro milioni e 400 mila chili (circa 15 mila chili solo di telefonini buttati via) Brescia con oltre 4 milioni di chili e Monza Brianza con 3 milioni e 200 mila chili. Tutte le altre province, a eccezione di Lodi che sta a quota 735 mila chili, nel 2009 hanno raccolto ben oltre un milione di chili tra lavatrici, frigo e altri apparecchi fuori uso.

Merita una parentesi a parte il dato relativo ai vecchi televisori: nel 2009, giocando d'anticipo sull’avvento del digitale terrestre, nella sola Milano sono stati «dismessi» 3.974.734 chili di tv a tubo catodico. A ruota Bergamo e Brescia con, rispettivamente, 1.463.699 e 1.331.158 chili di tv finiti in ricicleria.

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