Monti: "Non è persecuzione chiedere di rinunciare ai privilegi"

Il premier incontra il segretario generale dell'Ocse: "È un partner fondamentale dell'Italia che dà un contributo prezioso al Paese in termini di idee e analisi". Gurria: "Bisogna modernizzare gli ammortizzatori sociali"

Monti: "Non è persecuzione chiedere di rinunciare ai privilegi"

Ancora un incontro internazionale per Mario Monti, che questa mattina ha incontrato a Palazzo Chigi il segretario generale dell'Ocse, Miguel Angel Gurria. Sul tavolo "il programma di riforme strutturali avviate dall’Italia nelle scorse settimane", e le nuove misure allo studio per stimolare la crescita.

Un programma che per l'Ocse è "indispensabile per rafforzare la finanza pubblica, rilanciare la crescita e migliorare la sua competitività", mentre il premier ha sottolineato l'importanza dell'Organizzazione per la cooperazione lo sviluppo economico: "È un partner fondamentale dell'Italia che dà un contributo prezioso al Paese in termini di idee e analisi". In particolare, sul piano delle liberalizzazioni: "Nel momento in cui le categorie si sentono a disagio perchè il governo chiede di contribuire a riforme che riducono rendite di posizione, è particolarmente importante che qualcuno come l’Ocse possa dare una parola di conforto su questa strategia di politica economica e di speranza, perchè queste riforme non sempre gradite, portino benefici di crescita senza dover aspettare troppo". Monti, inoltre, sottolinea: "Non è una mania di persecuzione del governo quella di chiamare tutte le categorie a sperare di più nella crescita di tutti rinunciando ciascuno a una parte dei propri privilegi"

Proprio grazie alla collaborazione con l'Ocse il governo potrà spingere sull'acceleratore e "impostare nuove misure al fine di aggredire i nodi strutturali che ancora bloccano l’Italia". Del resto lo stesso Gurria ha chiesto di "modernizzare gli ammortizzatori sociali".

In Italia, aggiunge, "un pacchetto di misure per accrescere la concorrenza e liberalizzare i mercati potrebbe aumentare la produttività dell’8% nei 10 anni successivi". Senza dimenticare che "le riforme introdotte dal suo governo servono all’Italia e servono all’Europa"

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