Moratti lusingata, in campo se non divide

La Russa frena su Lupi: "Adatto come altri". Azione "stana" Sala e area riformista

Moratti lusingata, in campo se non divide
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Se non è ancora un pressing, visto che mancano due anni e mezzo al voto, da settimane riceve caldi inviti a mettere il suo nome - di prestigio - a disposizione del partito in vista dell'apertura del tavolo del centrodestra sul candidato sindaco a Milano. Chi è vicino a Letizia Moratti, prima donna a occupare la poltrona di Palazzo Marino dal 2006 al 2011, eurodeputata e presidente della Consulta nazionale, assicura che è lusingata per gli attestati di stima che stanno arrivando in queste settimane da Forza Italia, le fa ovviamente piacere che il partito pensi a lei come importante risorsa, ma a tutti fa presente che il modello da seguire è quello della Liguria che si è rivelato vincente: Fi, Lega, FdI e Noi Moderati compatti in maniera convinta su un candidato e unitario e un programma comune, non vorrebbe essere divisiva. Sulla base di questo presupposto, Fi potrà spendere il nome se serve ad avviare il tavolo, per spingersi oltre sono necessari dei passaggi politici. Il coordinatore regionale di Fi Alessandro Sorte, che ha anticipato l'ipotesi, ribadisce che «Fi in questa partita ha dei pesi massimi nella sua squadra, come Moratti, quindi siamo pronti a dare il nostro contributo per vincere. Il clima è positivo e sceglieremo velocemente il nome. Ignazio La Russa» che domenica ha aperto i giochi richiamando il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi «alle proprie responsabilità per Milano, a buon intenditor buone parole». Secondo Sorte «va ringraziato perchè ha dato un'accelerata alla partita». Ricorda che a Milano il centrodestra alle Europee si è fermato al 37%, «anche il tema dell'allargamento della coalizione è importante. É doveroso esplorare i partiti che hanno sempre detto che con il campo largo e la sinistra radicale non hanno niente a che fare». Le dichiarazioni di La Russa avrebbe spiazzato molti anche in FdI, fatto sta che ieri il presidente del Senato ha frenato: «Sui giornali ho letto che ho indicato il futuro sindaco. Non potrei e non vorrei essere quello che indica, Lupi non è nemmeno del mio partito. Ho espresso grande stima ma so benissimo che ne discuteremo tutti insieme per avere il nome più opportuno». Sarebbe «un avversario valido» secondo l'eurodeputato Pd ed ex assessore Pierfrancesco Maran, che da tempo è nel toto nomi a sinistra: «A Bruxelles sto facendo un'esperienza molto importante, poi con Milano non è mai un addio, vedremo cosa succede» dice. Su Moratti, che lo sfidò alle Regionali con l'ex coalizione Italia Viva-Azione, non si sbottona il governatore Attilio Fontana: «L'importante è che il centrodestra inizi a fare proposte per arrivare il prima possibile al nome». E non si intromette il sindaco Beppe Sala, rispondendo su Lupi ricorda: «Ho detto (dopo i dissidi con il Pd, ndr.) che non commenterò più la mia parte politica, figuriamoci l'altra. Osservo ma non entro nel dibattito».

Per il segretario cittadino di Azione Francesco Ascioti invece «Sala è il leader politico della coalizione a Milano ed è un interlocutore fondamentale, dovrà essere il garante del percorso. L'opposizione si sta muovendo. Noi siamo nel perimetro della maggioranza di Sala e per prima cosa guardiamo a quest'area, ma è ora che i riformisti e liberal democratici inizino a parlare del futuro della città».

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