Forlì - È morta per essersi fatta levare meno di due etti di grasso. Claudia Caldironi non ce l'ha fatta, si è spenta ieri sera: era finita in coma il giorno prima dopo una liposuzione. Verso le 14 è iniziato il periodo di osservazione stabilito dalla legge, per potere dar luogo alla dichiarazione di morte. I familiari hanno dato il consenso all'espianto degli organi che è stato effettuato solo per le cornee, poiché gli altri organi devono restare a disposizione dell'autorità giudiziaria per gli accertamenti clinici.
A quarantuno anni, età tutt'altro che problematica per un intervento di routine, aveva chiesto lei di essere operata, di farsi togliere il grasso in eccesso, sulle gambe e nella pancia. Forlivese, non sposata, aveva un figlio e non si piaceva abbastanza. Alta un metro e sessanta, non arrivava neppure a cinquanta chili, eppure voleva apparire più magra. Lavorava in banca, nella sede di Forlì della Banca Popolare di Ravenna. Amante dei viaggi, l'ultima volta era stata a Cuba e da alcuni anni si era fatta socia dell'associazione Vertical, un club di speleologia.
«Una ragazza eccezionale - la ricorda un amico dell'associazione -, che di recente si era avvicinata a questo sport, facendosi subito apprezzare da tutti noi».
I parenti si sono chiusi nel loro dolore, sconvolti, nessuno vuole credere che abbia potuto perdere la vita per il desiderio di sembrare più in forma, lei che lo era già abbastanza. A pochi aveva confidato la volontà di sottoporsi all'intervento chirurgico, anche se da tempo ci stava pensando. L'intervento in anestesia generale e in day surgery (basta un giorno di degenza per essere dimessi, salvo appunto complicazioni, era avvenuto giovedì pomeriggio al Primus medical center di Forlì, del Gruppo Villa Maria.
I medici le avevano tolto 180 millilitri di grasso: un'inezia, rispetto alla maggioranza delle operazioni che servono a correggere inestetismi molto più evidenti. Claudia si era risvegliata senza problemi, poi, all'improvviso, il malore che risulterà fatale.
Parte un embolo che causa l'edema al cervello. L'équipe chiama l'ambulanza per il trasporto all'ospedale di Forlì, nella notte la paziente viene trasferita al Bufalini di Cesena, struttura più specializzata in neurochirurgia. Ma la situazione è precipitata poche ore più tardi.
«La nostra équipe era al completo di chirurghi, anestesisti e infermieri professionali - aveva sottolineato venerdì sera il dottor Cleto Guerra, direttore sanitario del Primus Medical Center -. Sono stati attuati tutti i protocolli pre e post intervento. Al comparire delle complicanze, abbiamo praticato le prime cure necessarie e attivato la procedura di emergenza».
Il pm Alessandro Mancini ha fatto sequestrare le cartelle cliniche dalla polizia che effettuerà anche tutte le verifiche sulle apparecchiature usate nella sala operatoria del Primus.
Sino alla tarda serata di ieri non c'erano indagati, l'ipotesi iniziale era di lesioni colpose.
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