Una delegazione di musulmani italiani della Comunità religiosa islamica) italiana si è recata fino a Mosca per incontrare il delegato del Mufti di Russia, al-Ulama Farid Selman, e il metropolita Hilarion, responsabile del dipartimento per le relazioni con le Chiese e gli Stati esteri della Chiesa ortodossa di Russia.
La delegazione di musulmani, ospitata dall'università statale di Mosca era guidata dallo Shaykh Abd al-Wahid Pallavicini, presidente della Coreis Italiana, assieme all'Imam Yahya Pallavicini, e composta dal vicepresidente della Coreis, imam della moschea di via Meda, e da Yahya Abd al-Ahad Zanolo e Halima Rubbo. Hanno potuto condividere con la più alta carica del Consiglio dei sapienti musulmani di Russia una riflessione sulla storia millenaria dell'Islam russo, che fin dai primi secoli della civiltà islamica si è esteso dalla Siberia al Caucaso, coniugando sotto un'unica identità religiosa molteplici culture ed etnie diverse.
«Questo incontro è particolarmente simbolico - ha sottolineato lo Shaykh Abd al-Wahid Pallavicini - Per noi, musulmani italiani, che viviamo in un paese dove l'Islam è nuovamente presente dopo oltre sette secoli di assenza, riscoprire la dimensione naturale di una comunità islamica come parte costitutiva della società da un punto di vista linguistico, culturale e interreligioso all'interno di un grande continente e civiltà come quella russa, alle porte d'Europa, rappresenta un'occasione di dialogo intra-religioso fra musulmani molto significativa, soprattutto in un Paese che è anche patria del Cristianesimo ortodosso».
Una convergenza spirituale che si è infatti confermata durante la visita della delegazione nel rinomato monastero di San Daniele, nel cuore di Mosca, in occasione dell'incontro con il Metropolita Hilarion, che ha voluto sottolineare la necessità di un'intesa e di un aiuto reciproco fra la comunità cristiana ortodossa e islamica al fine di promuovere una reazione pacifica ai nodi irrisolti della libertà religiosa nel mondo.
«E' fondamentale - ha sottolineato l'imam Yahya Pallavicini, che già condivide con il metropolita il lavoro all'interno del Consiglio europeo dei leaders religiosi - che musulmani e cristiani lavorino assieme per tutelare la possibilità di vivere il sacro, sia nelle varie responsabilità civili e sociali del mondo contemporaneo, sia all'interno dei luoghi sacri. Luoghi che sono veramente sacri perché vissuti dalla presenza di autentici credenti, come questo "vicino oriente" della Russia ortodossa ci testimonia».
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