Pentole, piatti, scodelle, brocche e altri manufatti in ceramica che vanno dal Medioevo al diciottesimo secolo sono i protagonisti della mostra intitolata «Invito a tavola. Ceramiche medievali e moderne alla Crypta Balbi», ospitata fino al prossimo 26 dicembre negli spazi del Museo Nazionale Romano della Crypta Balbi (in via delle Botteghe Oscure).
Da quando quasi trentanni fa, nel 1981, vennero avviati da parte della Soprintendenza Archeologica gli scavi dellarea della Crypta Balbi, ovvero il vasto cortile porticato annesso al teatro fatto erigere nel 13 a.C. da Lucio Cornelio Balbo, sono stati ritrovati una quantità impressionante di reperti relativi non soltanto allepoca antica ma anche medievale e moderna. Larea, infatti, ha avuto una continuità di vita grazie allinsediamento sul posto di case, palazzi e di una chiesa trasformata poi, nel 1560, nel Conservatorio di Santa Caterina della Rosa, una confraternita nata con il preciso scopo di raccogliere e mantenere le fanciulle povere.
Dagli immondezzai e dai pozzi pertinenti allarea provengono le duecento ceramiche selezionate per questa esposizione, fondamentali per documentare i cambiamenti sociali ed economici della popolazione urbana. Già tra lundicesimo e la fine del dodicesimo secolo la ceramica duso popolare presenta caratteri che potremmo definire di produzione di massa per lomogeneità del repertorio formale e lesecuzione ripetititva senza apparenti variazioni. Le forme sono estremamente semplici e prive di decorazione.
Agli inizi del tredicesimo secolo si registra, però, un cambiamento che potremmo definire repentino. Nel senso che compaiono motivi ornamentali legati probabilmente a una maggiore ricchezza sociale. Nel Rinascimento, quando la Città Eterna comincia ad assumere i contorni di un polo di attrazione per il resto della penisola, vi si trasferiscono a poco a poco vasai provenienti dalla Toscana e dallUmbria e le ceramiche acquistano una più vasta gamma cromatica. I motivi decorativi vanno dagli animali alla figura umana agli stemmi araldici.
Sono databili al Cinquecento i materiali che provengono dal Conservatorio di Santa Caterina, in particolare i servizi delle zitelle con piatto, scodella, piattino e boccale, a volte contrassegnati dal nome della proprietaria.
Dello stesso periodo sono due piedi in ceramica, attribuiti a un vasaio che aveva la sua bottega in via del Pie di Marmo.
Orario: dalle 9 alle 19,45; lunedì chiuso
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.