Che nei phone center non si tenessero corsi per monache di clausura era immaginabile: sono anni che a Milano le forze dellordine li tengono sotto stretto controllo perché li considerano ricettacoli di criminalità; in certi casi, come dimostrano recenti indagini della Digos, alcuni sono stati anche luoghi di aggregazione o dincontro di gruppi terroristici. Da lì, però, ad immaginare di potersi recare in uno di questi negozi per poter assistere alla proiezione di filmati pedo-pornografici, ce ne corre. Soprattutto quando gli spettatori di queste pellicole sono ragazzini tra i 9 e i 14 anni.
Stiamo parlando dei quattro adolescenti di nazionalità romena sorpresi dai poliziotti delle volanti a guardare filmati pedo-pornografici in un phone center di via Padova. I gestori, dietro il pagamento a ore della connessione internet, permettevano infatti ai ragazzini di visionare immagini pedo-pornografiche memorizzate su un hard disk nascosto in un server del negozio.
Le indagini - che hanno portato all'arresto in flagranza di una donna cinese, di 30 anni, effettivo gestore del phone center e ora accusata di divulgazione di immagini pedo-pornografiche a minori - sono iniziate dopo allallarme lanciato nei giorni scorsi da un passante proprio allequipaggio di una volante. L'uomo, infatti, aveva notato un ragazzino nomade sul marciapiede con in mano una videocamera e ha chiesto al giovane dove gli era stata data: il ragazzo ha risposto che l'aveva ottenuta da un vicino phone center.
A quel punto i poliziotti, tentando di verificare la versione dei fatti raccontata loro dalluomo, hanno trovato all'interno del negozio altri quattro ragazzini rom, tutti minorenni, che stavano navigando in internet e guardando immagini pedo-pornografiche con soggetti di origine asiatica. I rom, che abitualmente chiedono l'elemosina in zona, hanno spiegato che la titolare del phone center gli permetteva di navigare a 5 euro lora (1 euro invece per i normali clienti) e che spesso si recavano nel negozio per navigare, vedere cartoni e immagini pornografiche.
È così che è scattato lintervento della squadra mobile e della polizia postale, dopo qualche ora di accertamenti sul posto, la cinese è stata arrestata e il server del negozio sequestrato. Durante la perquisizione della sua abitazione, inoltre, gli inquirenti hanno trovato un secondo server, contenente sempre la stessa tipologia di filmati.
«La Regione Lombardia ha approvato una legge ad hoc, per dire basta a una situazione fuori controllo di molti di questi 450 phone center dove si concentrano attività illegali - ha commentato Riccardo De Corato, vicesindaco con delega alla Sicurezza - I fatti emersi sui film pedo-pornografici fanno apparire quindi decisamente fuori luogo la recente protesta organizzata dallassociazione dei gestori che ha accusato la Regione di aver emanato una legge troppo severa, che metterà a rischio la chiusura di molti esercizi. La richiesta di determinati requisiti di sicurezza, infatti, ora più che mai, mi sembra sacrosanta».
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