Multe o premi, via ai giochi di guerra anti-writer

Il piano studiato da Palazzo Marino punta anche sulla caccia alle firme: alcuni graffitari hanno prodotto fino a 500 opere. Ma l’ultima arma è lo scontro virtuale con i vigili. Bersagli mobili per gli "artisti", e chi non sgarra esporrà in Duomo

Multe o premi, via ai giochi di guerra anti-writer

Il Comune dichiara guerra on-line ai graffitari. La proposta fa parte del piano anti-writer cui l'assessore alle Aree cittadine di Palazzo Marino, Andrea Mascaretti, sta lavorando insieme ai Consigli di zona. Un progetto con un duplice scopo: punire chi imbratta gli arredi urbani, causando un danno da 12,2 milioni di euro l'anno, e dare risposte alternative al bisogno di visibilità dei giovani. «Il primo passo sarà realizzare una mappatura più ampia possibile delle “tag” presenti sui muri di Milano - rivela Mascaretti -. I giovani le utilizzano per firmare le loro opere, rendendosi così riconoscibili, e alcuni di loro hanno all'attivo fino a 500 graffiti nel territorio comunale. Diversi comitati di residenti, come quello di viale Abruzzi, hanno avviato una prima schedatura degli pseudonimi trovati sugli edifici del loro quartiere. Il mio obiettivo è estenderla possibilmente a tutta la città, per fornire alle forze dell'ordine un vero e proprio casellario giudiziario delle tag». E se un valido deterrente consiste nel cancellare i graffiti appena realizzati, spesso questo non basta. «I writer hanno l'abitudine di fotografare e filmare le loro opere - prosegue l'assessore -, per pubblicarle poi sui numerosi siti Internet e blog creati apposta per questo scopo. È un modo per aumentare la visibilità dei loro schizzi, garantendone la permanenza anche una volta che sono stati rimossi dai muri. Se vogliamo contrastare in modo efficace il fenomeno è indispensabile dare la caccia a questi portali, coinvolgendo la Polizia postale come avviene per quelli pedopornografici».
L'idea di Mascaretti è semplice: «Se il proprietario di un edificio imbrattato ne riconosce la foto sul web, può bastare una denuncia per permettere alle forze dell'ordine di risalire all'identità di chi ha pubblicato l'immagine on-line: quasi sempre è l'autore stesso del graffito. Controllando poi sullo schedario delle tag, sarà possibile metterlo sotto accusa anche per tutte quelle che corrispondono alla sua e che sono state rinvenute sui muri della città». Nel piano dell'assessore c'è anche la proposta di lanciare una sfida ai writer sul modello dei «war game», cioè le esercitazioni che simulano uno scontro armato. «In questo caso oltre ai Consigli di zona intendo coinvolgere anche Atm e Polizia locale - sottolinea Mascaretti -. Il mio progetto consiste nel collocare delle strutture in punti ogni volta diversi, nel metrò o in altre aree di Milano, dove i graffitari possano realizzare le loro opere senza danneggiare l'arredo urbano. A differenza di quanto già avviato dal Comune in occasioni precedenti si tratterà di zone difficili da raggiungere, anche se sicure. Per arrivarci occorrerà aggirare i controlli delle forze dell'ordine, le quali anche se si tratta di un gioco multeranno comunque, o assegneranno altre penalità da definire ai writer colti in flagrante».
Per chi riuscirà a mettere la sua tag nella meta prestabilita senza farsi prendere, sarà invece previsto un premio. La sua opera sarà filmata e proiettata in piazza Duomo o in altri punti molto frequentati della città, consentendo all'autore una visibilità nettamente superiore a quella che può avere in qualsiasi altra occasione. Ultimo punto del piano, il coinvolgimento dei giovani in attività di volontariato.

«Il fatto di partecipare a iniziative importanti, come assistere gli anziani in difficoltà, permetterà ai ragazzi di capire l'importanza del loro tempo e delle loro risorse - conclude Mascaretti -. Sarà un modo per convincerli a “lasciare il segno” senza per questo avere bisogno di imbrattare gli edifici con i loro scarabocchi».

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