
nostro inviato a Sanremo
Non si era mai visto un Papa al Festival. E ieri sera è successo, attraverso un video-messaggio - poco prima della esibizione della israeliana Noa e dalla collega palestinese Mira Awad che hanno cantato Imagine di John Lennon - in cui Francesco ha lanciato un appello per la pace: «La guerra è sempre una sconfitta.La musica è strumento di pace». Questo è stato il colpo di scena che ha segnato l'apertura del Festival. Che è partito con la benedizione papale in una serata tutto sommato per il resto normale. Una serata molto calda ma necessariamente istituzionale - con il conduttore Carlo Conti affiancato da Gerry Scotti e Antonella Clerici - e soprattutto piena di cantanti. Tutti, ossia 29. Più uno, il superospite, ossia Jovanotti. Intanto ascoltare 29 brani, praticamente uno di seguito all'altro, è già un festival dentro il Festival e quindi in scaletta non c'era molto di più. Inizia Gaia, poi Francesco Gabbani, Rkomi, Noemi eccetera fino agli ultimi, The Kolors, che arrivano oltre l'una di notte. Il momento clou è stato senza dubbio il minishow di Jovanotti, cui Gerry Scotti ha dato «il fischio d'inizio». Dopo il contributo registrato dei Rockin' 1000 che suonano tamburi per le strade di Sanremo, nel foyer dell'Ariston ci sono 10 ballerini di Bollywood che attendono Jovanotti che canta dall'esterno L'ombelico del mondo.
Una volta in teatro, scatta Il più grande spettacolo dopo il Big Bang mentre lui si avvicina finalmente al palco per altri tre brani: I love you baby, il nuovo Fuori onda e A te prima della rituale intervista con digressione sul corpo umano (che è anche il titolo del nuovo album dell'artista) insieme a Gianmarco Tamberi che ha annunciato che sarà a Los Angeles 2028. Infine Un mondo a parte con Dardust al pianoforte (che suona molto bene).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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