Sanremo cambia all'ultimo il titolo della canzone di Madame: i motivi

Ci stanno le provocazioni e anche gli stratagemmi per far parlare di sé ma entro certi limiti: l'ha capito anche Madame, che ha cambiato il titolo della sua canzone di Sanremo

Sanremo cambia all'ultimo il titolo della canzone di Madame: i motivi

Osannata dai giovanissimi, soprattutto per la sua fluidità di genere, Madame ha già trovato il modo per far parlare di sé prima ancora che il festival di Sanremo abbia inizio. Come? Lasciando trapelare l'indiscrezione che il titolo della sua canzone sarebbe stato "Puttana", per poi cambiare pochi secondi prima dell'inizio in "Il bene nel male". Un trucchetto ormai noto che fa comunque presa sui social, dove risiede la vera forza di Madame.

Per seguire il flusso della moda e per non essere additati come "diversi", nonostante rivendichino questa loro prerogativa, i giovani post Millennials vogliono essere tutti alternativi e contro il sistema. Madame è diventata un personaggio amato sui social per la sua immagine androgina e per aver in più occasioni criticato il centrodestra, che da questa sinistra social, a tratti radicale, viene visto come il "nemico" da attaccare. Figuriamoci, poi, se fosse salita sul palco del festival di Sanremo, quello più istituzionale del nostro Paese dopo quello del teatro alla Scala di Milano, con una canzone dal titolo "Puttane".

La tragressività non significa volgarità

C'era già chi immaginava Amadeus annunciare la canzone di Madame in diretta mondiale e, soprattutto, in prima serata su Rai1, vantando la spregiudicatezza e la trasgressività della giovanissima cantante, senza nascondere un certo godimento per questa sorta di "attacco al sistema". Ma per essere trasgressivi serve avere coraggio non è necessario presentarsi sul palco del festival di Sanremo con una canzone dal titolo così volgare.

Certo, forse il paragone è azzardato e non regge, ma i ragazzini di oggi potrebbero prendere esempio da due icone (tra le tante) che a Sanremo hanno realmente provocato e stupito senza mai insultare il buon senso

dell'istituzione: Loredana Bertè e Anna Oxa. Specialmente la prima, negli anni Ottanta, è stata davvero un'icona della trasgressione contro i costumi italiani del tempo, senza mai sfociare dell'arroganza della volgarità.

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