Distrutta la sede della Filcams Cgil: avvertimento della camorra?

Il sindacato aveva sostenuto l’associazione Libera, nell’organizzazione a Napoli della giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Distrutta la sede della Filcams Cgil: avvertimento della camorra?

Devastata la sede di piazza Garibaldi a Napoli del sindacato Filcams Cgil. Ignoti, la notte scorsa, hanno messo sottosopra la stanza senza portare via nulla. Si tratta, come ritengono le forze dell’ordine, di un atto vandalico, molto probabilmente legato al sostegno che l’organizzazione sindacale ha garantito all’associazione Libera, la quale ha organizzato in città una partecipata giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. “Questo atto vandalico ci turba – ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno Luana Di Tuoro, segretario di Napoli e Campania di Filcams – ma non ci fermerà. La nostra sede è un luogo di libertà, democrazia e d'accoglienza”.

Solidarietà e sostegno sono giunti da ogni parte, non solo dalla Cgil nazionale, ma anche dagli altri sindacati, la Cisl e la Uil. Libera, attraverso una nota ha espresso “vicinanza e corresponsabilità al sindacato che ha messo a disposizione proprio quella sede in piazza Garibaldi per la manifestazione del 21 marzo”. Appena una settimana fa le organizzazioni sindacali napoletane erano state vittime di un’aggressione: un dirigente della Cisl era stato attaccato in maniera vile per la sua attività di tutela dei lavoratori.

Il Comune di Napoli è intervenuto con l’assessore al Lavoro Chiara Marciani che ha condannato senza mezzi termini gli atti vandalici e intimidatori ai danni del sindacato Filcams Cgil. Sempre al Corriere del Mezzogiorno, l’ex procuratore antimafia Federico Cafiero de Raho ha sottolineato come l’episodio dell’altra notte sia un chiaro segnale della camorra nei confronti dei presidi della legalità. “La criminalità – ha commentato il magistrato –ha voluto mandare un segnale di esistenza e operatività. In ogni caso si è trattato di un segnale chiaro.

Del resto, don Maurizio Patriciello ha avuto quella dimostrazione: chi parla contro la camorra è un obiettivo sensibile. Così come chi mobilita 50 mila persone per parlare di legalità, di memoria e di impegno”.

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