Ucciso per "schiamazzi": a Palma Campania dolore e sgomento

L'omicidio di Giuseppe Di Francesco nel suo chalet a Palma Campania al culmine dell'ennesima discussione con il vicino. Anni di litigi sfociati in tragedia. I palmesi: "Lo chalet non faceva musica e chiudeva alle 23"

Ucciso per "schiamazzi": a Palma Campania dolore e sgomento

Dolore e sgomento regnano da due giorni a Palma Campania (Napoli). La comunità è incredula per l’uccisione di Giuseppe Di Francesco, il 67enne titolare di uno storico chalet della zona. Nessuno avrebbe mai immaginato che anni di dissidi con un vicino fossero poi sfociati nella tragedia che si è consumata nella notte di sabato.

Erano passate le 23. Da poco erano andati via degli amici che frequentavano abitualmente il bar. Giuseppe si accingeva a chiudere il chiosco in via Trieste quando è stato raggiunto dai colpi di arma da fuoco che lo hanno ferito mortalmente. L’uomo è deceduto in ospedale. Nella sparatoria sono rimasti feriti anche la figlia e il genero, il secondo più gravemente.

Oggi della segatura segna la scena dove si è consumato il crimine, per il quale è stato arrestato l’83enne Aniello Lombardi. L’uomo viveva nell’immobile di proprietà situato alle spalle dello chalet. Da anni i rapporti tra i due vicini erano burrascosi. A Palma raccontano che spesso Aniello polemizzava con i titolari del bar e ne nascevano liti, l’ultima - due giorni fa - culminata con l’uccisione di Giuseppe.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Aniello dopo l’ennesima discussione era uscito di casa e con in pugno una pistola semiautomatica modello “Guardian” calibro 9 ha fatto fuoco contro Giuseppe, colpendo anche la figlia e il genero. L’arma è stata recuperata con un colpo in canna e uno nel caricatore. È stata sequestrata insieme ad altre armi, tutte regolarmente denunciate: 5 fucili, una pistola semiautomatica Beretta “Px4 Storm”, una rivoltella Colt e circa 290 munizioni di vario calibro. L’anziano era in stato di shock nella sua abitazione quando è stato fermato dai carabinieri. Ora si trova nel carcere di Poggioreale.

Gli schiamazzi provenienti dal chiosco avrebbero acceso la sua rabbia. La musica emessa da uno stereo non gli permetteva di prendere sonno: avrebbe motivato così il suo gesto. Ma a Palma Campania smentiscono. “L’ennesimo pretesto per litigare”, in molti sostengono. “Da Peppe non si è mai fatto musica”, “Lo chalet chiude alle 23 e non è dotato di televisore e di impianto stereofonico”, dicono. Giuseppe aveva ereditato dal padre Ulderico lo chalet, sorto prima che sullo sfondo si levasse il palazzo di due piani che gli faceva ombra. L’attività di Giuseppe non andava avanti grazie a eventi notturni contraddistinti da musica a palla. Il suo ero uno di quei bar di provincia aperti fino a tarda sera, dove una chiacchiera e la cordialità dei titolari rappresentano l’unica attrazione. E lo chalet di Peppe è per i palmesi un luogo di ritrovo e un punto di riferimento.

Secondo alcuni amici, a scatenare la furia assassina sarebbe stata un’auto parcheggiata male. “Posso garantire che non c’era musica”, afferma il titolare dell’agenzia di spettacoli a cui Peppe si rivolgeva per l’organizzazione di eventi. “Quella sera ero stato lì. Eravamo in comitiva. Quando siamo andati via erano rimasti in due, tre”. E racconta di presunte minacce avvenute in passato, rivolte anche a lui a Natale scorso quando organizzò con il Comune di Palma Campania animazione per i bambini con giochi e gonfiabili: “Scese – ricorda, riferendosi ad Aniello Lombardi - perché pretendeva che si chiedesse a lui l’autorizzazione per usufruire del marciapiede, perché sosteneva che era suo”.

“Non era raro vedere Aniello protestare”, raccontano a Palma. La gente del posto lo descrive come una persona litigiosa. Tra la gente, sui social, sono tante le accuse che si leggono e si sentono contro di lui. Anche pesanti. Ma sul suo conto fino all’altro giorno non risultavano denunce e precedenti penali. Tant’è che deteneva regolarmente un arsenale di armi in casa.

Restano in un comprensibile silenzio i familiari della vittima. Ieri hanno fatto capolino nello chalet circondato da fiori e messaggi. Non hanno voluto Le lacrime bagnavano degli occhi disorientati. E lo sconcerto è percepibile in tutta la comunità palmese, che per Giuseppe ha solo belle parole. “Una brava persona”, è il giudizio comune. “Peppe ha lasciato un vuoto incolmabile, perché era il papà di tutti, lo zio di tutti, era l’amico di tutti, perché era un tipo che si divertiva. Ti coinvolgeva. Era innamorato di tutto, dava consigli a tutti.

Sotto a quello chalet sono nate le quadriglie, i movimenti, è stato proprio un punto di riferimento”, afferma Simone, sacrestano della chiesa del Rosario, componente del Comitato festa della Madonna delle Grazie, di cui faceva parte anche Giuseppe. Giuseppe amava Palma Campania, e si spendeva per la sua città, che da ieri è ferma per un suo figlio e solidale alla sua famiglia.

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