Parla come mangi ma, se vuoi farlo in buon italiano, non parlare come leggi: i giornali infatti sono sciatti, scritti male e addirittura «impoveriscono la lingua». A pensarla così è un preoccupatissimo Giorgio Napolitano, secondo il quale i nostri media rischiano ormai di offrire solo «una versione contratta» dell'idioma di Dante.
Il capo dello Stato racconta questi suoi timori durante la cerimonia dell'inaugurazione della rinnovata biblioteca del Quirinale. Ad ascoltarlo, tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il presidente onorario dell'Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, e la responsabile del servizio della biblioteca, Lucrezia Rugi d'Aragona. «Non sono tra gli adoratori della carta come materia - premette Napolitano - ma mi permetto di nutrire riserve e preoccupazioni di fronte a mezzi di informazione che ci restituiscono, o rischiano di restituirci, così impoverita e contratta la nostra lingua e la nostra scrittura, che invece godono nel mondo di un prestigio e di unafortuna abbondantemente sottovalutati».
Bisogna fare qualcosa e Napolitano annuncia poi un evento ad hoc al Quirinale, in collaborazione con l'Accademia della Crusca e altre istituzioni. Di che si tratta? «Di una iniziativa sulla lingua - spiega il capo dello Stato - che farà seguito al convegno di Firenze, nel quadro delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Dobbiamo sapere tutti che lì nella lingua c'è un tratto fondamentale, incontestabile e imperituro della nostra identità e storia nazionale».
Il presidente esprime comunque «grande soddisfazione» per il risultato dei lavori di restauro e riorganizzazione della biblioteca del Quirinale, ospitata dal 1949 nei locali che in epoca regia erano utilizzati per il guardaroba della regina Margherita e del principe ereditario.
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