Paola Castellazzo
Chiamare casa un ospedale, andare a dormire in camere in affitto o addirittura in macchina. Questa era la vita di molte famiglie italiane, ma non solo, che ogni giorno dovevano affrontare l’incubo di avere un figlio malato, gravemente, ricoverato al Gaslini per lunghi periodi. Non poter tornare a casa, non poter lavorare, lasciare nella città natale, affidati a nonni e parenti, gli altri figli. «Ridare la possibilità a queste famiglie di vivere una vita il più normale possibile, di ricongiungersi con gli altri figli, di ritrovarsi tutti insieme alla sera, di avere una casa dove vivere con il proprio bambino, durante il periodo post operatorio, o durante le cure o le lunghe convalescenze - spiega il presidente della Fondazione Carige Vincenzo Lorenzelli - era un impegno imprescindibile per la nostra istituzione che si è sempre distinta per il suo impegno in campo sociale. Per questo, su proposta dell’Associazione Cilla Onlus abbiamo deciso di comprare l’immobile e di trasformarlo in una casa a disposizione delle famiglie dei pazienti del Gaslini».
Così è nata la Casa di accoglienza, dedicata a «Giovanni Culcasi», un bimbo scomparso nel 1994, la cui mamma, Maria Culcasi di Trapani avrà la cura e la direzione della nuova residenza dei Bimbi della Fondazione Cilla: «All’inizio odiavo Genova perché qui avevo perso ciò che avevo di più caro - racconta Maria, una mamma coraggio -, poi ho conosciuto medici e infermieri del Gaslini mi sono resa conto di quanti bimbi vengono salvati e ho scelto di restare. Oggi poi, con questo centro dedicato al mio Giò il mio legame è ancora più forte».
L’inaugurazione oggi alle 16 con la partecipazione del presidente della Fondazione Vincenzo Lorenzelli, del vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro, dell’assessore alle Politiche sociali Massimiliano Costa e con la benedizione del cardinale Mons. Tarcisio Bertone, precede di pochi giorni l’ingresso ufficiale della famiglie, previsto entro la prima settimana di novembre, nei loro appartamenti.
Un lavoro lungo, importante, costato oltre un milione e 150mila euro, che ha trasformato l’ex cinema Ambra di viale Franchini a Nervi in nove appartamenti di circa 50 mq, con ampie sale comuni, tra cui uno spazio gioco e strutture adeguate a famiglie e bambini in cura. Particolarmente importante la presenza della sala medica per consentire ai sanitari del Gaslini e agli assistenti sociali di aiutare i piccoli degenti direttamente all’interno della Casa di accoglienza per cure di prima necessità, iniezioni o medicazioni, senza doversi spostare all’ospedale. All’interno anche la biblioteca del Gaslini, a disposizione dei piccoli ospiti e di tutti i bambini ricoverati, gestita dall’assessorato ai Servizi sociali.
«Sono oltre sedicimila le persone, la maggioranza del sud, che ogni anno hanno la necessità di spostarsi per ricevere cure e assistenza - spiega Mario Baroni, presidente dell’associazione Cilla Onlus che si occupa della gestione della casa - di questi molti devono fermarsi e trovare una sistemazione. Le segnalazioni ci arrivano direttamente dalla struttura ospedaliera o dai medici curanti e sono tante, molte di più degli spazi disponibili. L’associazione Cilla gestirà i rapporti con l’ospedale, gli ingressi e le uscite, ma anche i molti volontari, circa una trentina, che a turno lavoreranno in questa struttura aiutando i bambini a vivere il periodo della malattia nel modo meno traumatico possibile. A questo scopo verranno organizzati momenti di svago, di istruzione e attività ludiche che consentano di non privare i piccoli malati delle proprie abitudini domestiche».
Il tutto per circa 130 euro alla settimana, tutto compreso: «Sono tanti i servizi collaterali importanti di questa struttura - conclude Baroni - come quello delle pulizie che verranno affidati a ditte specializzate, proprio perché per le condizioni particolari dei pazienti, l’igiene degli ambienti, tutti con aria condizionata, molto luminosi e tranquilli, sono essenziali». Ma la cifra richiesta in realtà è «simbolica», sono molte infatti le famiglie che in questi frangenti si trovano in difficoltà economiche e che non potranno fare fronte alla spesa: «Non guardiamo certamente la dichiarazione dei redditi. Se ci sarà da aiutare non ci tireremo certo indietro».
Questa nuova struttura andrà ad aggiungersi agli altri centri dedicati alle famiglie dei pazienti già attive a Genova come quelli della Croce Rossa, del Gaslini e della stessa Fondazione Cilla (che gestisce anche la villetta del Don Orione, la struttura di piazza Martinez e la villa del Gaslini di via Montecorno). «Ma - promette Lorenzelli - il nostro impegno è appena iniziato».
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