Due detenute morte a poche ore l'una dall'altra in carcere

Le due donne sono morte a tre ore di distanza l'una dall'altra. La prima, 43 anni, si è lasciata morire rifiutando acqua e cibo per giorni. L'altra, 28 anni, è stata trovata impiccata. Sindacati chiedono "cambio di passo" per la gestione delle carceri

Due detenute morte a poche ore l'una dall'altra in carcere
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Due detenute sono morte a poche ore di distanza l'una dall'altra nel carcere delle Vallette di Torino. La prima, Susan John, nigeriana di 43 anni, si è lasciata morire rifiutando cibo e acqua per 18 giorni. L'altra, una 28enne italiana, è stata trovata impiccata in cella. Sul caso è intervenuto il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo chiedendo al ministro della Giustizia Carlo Nordio "un cambio di passo" nella gestione delle carceri italiane.

La doppia tragedia

Due tragedie consumatesi nello stesso giorno tra le mura del penitenziario torinese. Susan John era ristretta in un'area della sezione femminile riservata alle recluse con disagi psichici e problemi di comportamento nel carcere delle Vallette dal 21 luglio scorso. Dopo un lungo periodo periodo trascorso agli arresti domiciliari, doveva scontare una condanna inflitta da una corte di Catania per reati di tratta e immigrazione clandestina. Il fine pena era previsto per il 2030. Stando a quanto apprende l'Ansa, la donna non stava sostenendo uno sciopero della fame ma ha rifiutato cibo e acqua per 18 giorni, fino a lasciarsi morire. Il suo cuore ha smesso di battere attorno alle 3 di notte di ieri. Nei giorni precedenti al decesso aveva rifiutato anche il ricovero ospedaliero e le medicine continuando solo a ripetere di voler vedere il figlioletto di 4 anni che era rimasto col padre. La procura piemontese, che sulla drammatica vicenda ha aperto un fascicolo, lunedì disporrà l'autopsia per accertare le cause del decesso. La 28enne italiana morta suicida, invece, era stata trasferita da Genova Pontedecimo all'istituto di pena di Torino poche settimane fa. Già in passato, apprende l'Agi, aveva tentato di togliersi la vita.

L'appello del Sindacato di Polizia Penitenziaria

"Due suicidi in contemporanea in carcere, a Bergamo e a Torino dove una detenuta nigeriana si è lasciata morire per fame e sete, oltre alla classica indignazione dovrebbero produrre uno scatto di azioni da parte dell'Amministrazione Penitenziaria. Invece siamo certi che dopo i 44 suicidi dall'inizio dell'anno non accadrà nulla". Lo ha dichiarato il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo aggiungendo che "soprattutto il caso della detenuta nigeriana che lascia due figli piccoli avrebbe dovuto richiedere un'iniziativa indispensabile a scongiurarne la morte avvenuta invece nella totale indifferenza. Nessuno si è posto il problema di come interrompere il comportamento della detenuta, mentre si è già dimenticato o volutamente rimosso che nello scorso anno sono state 84 le persone che si sono tolte la vita all'interno di un istituto penitenziario italiano: numero record da quando si registra il dato (dal 2000)". Poi Di Giacomo ha concluso con un appello rivolto al ministro della Giustizia Carlo Nordio: "Questa mattanza silenziosa deve finire con misure e azioni concreti perché lo Stato ha in carico la vita dei detenuti e ne risponde.Si ascoltino le proposte del sindacato di polizia penitenziaria che quotidianamente si misura con l'emergenza suicidi e si metta mano alla manovra di bilancio rimediando al taglio di spesa imposto all'Amministrazione Penitenziaria e al personale come primo segnale concreto di volontà di affrontare le numerose emergenze del carcere".

Senatrice Ilaria Cucchi: "Intollerabile detenuta morta di fame"

"Questa è una tragedia che non può essere tollerata in un Paese che si professa civile e democratico.

Una morte di cui comunque è responsabile lo Stato che aveva in custodia la vita della vittima", è stato il commento a caldo della senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, sul caso doppia tragedia avvenuta nel carcere di Torino. "Non capisco cosa c'entrano in questo i sindacati degli agenti. - ha continuato la senatrice - Chiedo venga fatta chiarezza anche per questo".

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