Un'esplosione improvvisa a 50-60 metri di profondità e poi l'acqua che invade i locali. È sconvolgente quanto accaduto questo pomeriggio attorno alle 15 alla centrale idroelettrica del lago di Suviana, a Bargi. I morti finora accertati sono 4 ma si continua a cercare per recuperare i dispersi, che stando alle ultime informazioni che giungono dal posto sono 3.
I tentativi dei vigili del fuoco sono disperati: gli uomini si stanno immergendo con le bombole per cercare di raggiungere i locali che sono stati coinvolti nell'esplosione ma al momento risulta impossibile, anche per loro, arrivare fin laggiù, dove sono intrappolati gli operai che mancano all'appello.
"Per prestare soccorso servono visibilità e basse temperature", ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco che si è precipitato sul posto insieme ad altri 40 soccorritori del corpo. Serve spegnere le fiamme ed eliminare il fumo prima di poter agire in sicurezza ed è una corsa contro il tempo, anche se le speranze di ritrovare ancora qualcuno vivo, in quell'inferno di fiamme e acqua, sono sempre meno. L'arrivo dei sommozzatori è previsto per le ore 20.
I vigili che si trovano sul posto stanno intervenendo al meglio delle loro possibilità per creare le migliori condizioni operative in vista del successivo intervento. Il piano -9 è stato completamente allagato dalla pompa di raffreddamento della turbina, ha spiegato il prefetto di Bologna, Attilio Visconti, mentre l'esplosione si è verificata al piano -8. "Pare che ci sia stato il crollo di un solaio e i soccorsi sono difficili poiché è entrata molta acqua all'interno dell'ottavo piano interrato", ha spiegato il sindaco di Camugnano, Marco Masinara.
Le cause dell'incidente non sono ancora note ed è impossibile al momento azzardare qualche ipotesi concreta. Gli unici testimoni dell'evento sono ancora intrappolati all'interno della centrale, oppure sono tra le vittime. I superstiti, in stato di choc e con ferite importanti, sono stati trasportati con l'elisoccorso all'ospedale Bufalini di Cesena. Le condizioni di uno dei due non destano particolare preoccupazione ed è ricoverato in osservazione breve intensiva.
Sono molto più gravi le condizioni dell'altro operaio, che ha ustioni molto gravi ed è ricoverato al Centro Grandi Ustionati. Per entrambi, comunque, la prognosi resta riservata. Un'intera comunità che da decenni vive e prospera in simbiosi con la centrale oggi piange i suoi operai.
Generazioni di cittadini hanno lavorato e continuano a lavorare in quell'impianto fin dagli anni Settanta, ma anche da prima, se si considera la realizzazione negli anni Venti della diga, fortunatamente non coinvolta nell'esplosione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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